Toscana
Scuola, migliorano i servizi, diminuiscono gli insegnanti
di Ennio Cicali
Non è ancora finito l’anno scolastico e già per le scuole toscane si profilano altri guai per il prossimo: nella stagione 2010-2011 potrebbero mancare 1.120 insegnanti, distribuiti in tutti gli ordini scolastici, dalle superiori che perderebbero oltre 650 insegnanti, meno 199 alle medie e meno 270 alle elementari. In due anni la scuola toscana ha perso 4.163 cattedre. A farne le spese sono soprattutto gli insegnanti precari costretti a rincorrere un incarico da un anno all’altro, mentre i pensionamenti non consentiranno di aprire nuove prospettive di lavoro.
Buone notizie arrivano invece sul fronte dell’edilizia scolastica secondo «Ecosistema Scuola», il dossier di Legambiente, che compie dieci anni. Certo, se si prendono a riferimento i dati del 2001, si può dire che oggi la scuola sta meglio, anche se non mancano i problemi, a cominciare dall’età avanzata di buona parte dei 565 edifici scolastici toscani, il cui 60% risulta costruito prima del 1974. Tuttavia, confrontando i dati relativi alle certificazioni riguardanti la legge 626, dal 2005 al 2009, si sono fatti passi avanti per la prevenzione incendi, gli impianti elettrici a norma, porte antipanico e le prove di evacuazione che vengono ormai effettuate nella maggioranza delle scuole. Ancora intoppi per gli scuolabus disponibili per meno della metà delle scuole, mentre una delle inadeguatezze strutturali più allarmanti è l’assenza di strutture per lo sport.
Le pagelle di Ecosistema Scuola 2010, presentate da Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, promuovono a livello nazionale due città toscane per i comportamenti sostenibili. Ancora una volta il podio spetta a Prato il comune italiano con le scuole migliori per sicurezza degli immobili e qualità dei servizi. La città toscana si piazza così per il sesto anno in vetta alla classifica, mentre Livorno scende di una posizione passando dal sesto al settimo posto. Firenze, primo capoluogo di regione a livello nazionale, subisce una flessione scendendo al 16° posto rispetto l’ottavo dello scorso anno.
Prato si conferma a capo della graduatoria grazie a dati di eccellenza legati al possesso da parte di tutti gli edifici scolastici, per lo più di recente costruzione, delle certificazioni di sicurezza, igiene, accessibilità oltre a impianti elettrici a norma. In tutte le scuole è praticata la raccolta differenziata, mentre nelle mense scolastiche sono serviti pasti parzialmente biologici e acqua di rubinetto.
Le scuole di Livorno possiedono i certificati di agibilità igienico-sanitaria e di prevenzione incendi, hanno impianti elettrici a norma e porte antipanico. Differenziano per lo più carta, plastica e vetro e utilizzano pannelli solari per il riscaldamento. Nelle mense sono somministrati prodotti parzialmente bio, tipici e IGP e a disposizione dei bambini e delle loro famiglie il comune ha realizzato una carta dei servizi per la ristorazione scolastica. Anche Firenze si è impegnata a rendere le scuole più sicure (quasi tutte hanno avuto manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni) e anche più attente alla questione energetica. Arezzo (al 30° posto) è tra le città che hanno ricevuto i maggiori finanziamenti per l’utilizzo di energie rinnovabili negli edifici scolastici.
L’indagine Ecosistema Scuola affianca ai dati delle amministrazioni comunali, cui spetta la competenza per le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, quelli delle province a cui competono le scuole superiori, secondo due tipologie di domande: quelle legate all’efficienza e a pratiche eco-compatibili e quelle connesse a situazioni di inquinamento e rischio ambientale dove la provincia dovrebbe provvedere per evitare disservizi e situazioni di rischio. Per quanto riguarda la Toscana, Pistoia (12°) e Firenze (17°) sono quelle che hanno maggiormente investito a livello nazionale.