Toscana
Scuola, l’integrazione dei minori stranieri
La scuola pubblica italiana affronta attivamente il problema della presenza dei minori stranieri nelle aule scolastiche. Con un articolato documento dal titolo «La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri», il Ministero della Pubblica Istruzione fissa le linee guide per un corretto approccio a questo problema e la gestione della presenza di un elevato numero (oltre mezzo milione nel passato anno scolastico) di bambini e ragazzi con culture, religioni e lingue di origine diverse.
È lo stesso Ministro Fioroni a dichiarare che «insegnare in una prospettiva multiculturale vuol dire assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola, occasione privilegiata di apertura a tutte le differenze».
Il documento fissa inizialmente quattro principi generali:
l’universalismo (l’istruzione è un diritto di ogni bambino, quindi anche di quello che non ha la cittadinanza italiana; tutti devono poter contare su pari opportunità in materia di accesso, di riuscita scolastica e di orientamento);
la scuola comune (gli alunni stranieri vanno inseriti all’interno delle normali aule scolastiche, evitando la costruzione di luoghi di apprendimento separati);
la centralità della persona in relazione con l’altro (rendere centrale l’attenzione alle diversità e ridurre i rischi di omologazione e assimilazione; riconoscimento della biografia sociale e familiare);
l’intercultura (promozione del dialogo e del confronto tra le culture a tutti i livelli: insegnamento, curriculi, didattica, discipline, relazioni, vita della classe).
Questi principi generali devono poi essere declinati in linee di azione:
azioni per l’integrazione (pratiche di accoglienza e di inserimento nella scuola, valorizzazione del plurilinguismo, relazioni con le famiglie straniere, orientamento);
azioni per l’interazione culturale (interventi relativi alle relazioni a scuola e nel tempo extrascolastico, alle discriminazioni e i pregiudizi, alle prospettive interculturali nei saperi e nelle competenze);
gli attori e le risorse (interventi sugli aspetti organizzativi del sistema scolastico: dirigenza, autonomia e reti tra istituzioni scolastiche, società civile e territorio, formazione dei docenti e del personale non docente).
Queste linee di orientamento come riconosciuto dallo stesso documento fanno proprie e portano a sintesi «il multiforme e ricco patrimonio di esperienze, di strumenti, di buone pratiche già costruite sul campo dalle scuole».