Toscana
Scuola, il ritorno… dei pidocchi
Ovviamente la scuola non è il «luogo» dei pidocchi, ma solo l’occasione. «Il primo giorno di asilo racconta un giovane babbo le maestre ci hanno accolto spiegando la necessità di controllare la testa dei nostri figli e di avvisare la scuola in caso di contagio». Eh sì, perché la prima causa del contagio sono proprio i genitori, che in primo luogo non sanno riconoscere una infestazione da pidocchi, e poi si vergognano a far sapere che il proprio figlio ne è affetto, da cui l’intensa opera di informazione che le Asl e le scuole compiono a ogni inizio di anno scolastico.
Il vero problema nasce quando non c’è sufficiente attenzione da parte delle famiglie. Basta un solo bambino non adeguatamente trattato e si ricomincia in ogni senso da capo’. L’uso infruttuoso degli antiparassitari determina poi la selezione di ceppi di pidocchi insensibili al trattamento e le cose si complicano ulteriormente. In caso di recidive la scuola può chiedere la presentazione di una attestazione sanitaria di non infestazione, che le assistenti sanitarie delle Asl rilasciano solo in assenza di lendini. Fino alla presentazione del certificato il bambino viene allontanato dalla scuola.