Le nostre scuole sono e vogliono continuare ad essere scuole cattoliche e di ispirazione cristiana, con un’identità dichiarata ma rivolta a tutti. Lo ha dichiarato oggi Luigi Morgano, segretario nazionale Fism (Federazione italiana scuole materne), nell’intervento ai lavori del X Congresso nazionale della Federazione (17/20 giugno). In questo quadro, l’incontro crescente con gli altri, i bambini stranieri sempre più numerosi nelle scuole, oltre al passaggio dalla tolleranza all’integrazione comporta di non cadere nell’errore di relativizzare l’identità di chi accoglie, come di annullare quella di chi è arrivato: ne risulterebbe, sul piano educativo, un allineamento sul nulla. In 35 anni di attività, la Fism si è impegnata ad arginare quella deriva statalista che a partire dagli anni 70 tendeva a portare tutta l’offerta formativa, compresa quella per l’infanzia, all’interno delle strutture del sistema scolastico statale o degli enti locali: Lo abbiamo fatto con un modello educativo originale e specifico – sottolinea Redi Sante Di Pol, presidente della Fism -, e soprattutto un termine di confronto anche per altre istituzioni educative per l’infanzia. Le scuole dell’infanzia della Federazione rappresentano il 70% delle scuole paritarie, con oltre 500 mila bambini.In base ai dati del Ministero per la Pubblica istruzione, la scuola non statale per l’infanzia accoglie 36.445 stranieri (5,2%). Secondo i numeri, spiega la Federazione in una nota, gli alunni stranieri che frequentano le scuole Fism sono circa 30 mila (4,7%): È interessante come in alcune zone la richiesta di iscrizione a queste scuole viene da parte di famiglie musulmane e nel caso della provincia di Treviso, il 10% della popolazione scolastica degli istituti materni privati, per lo più cattolici, si compone di piccoli stranieri, in maggioranza musulmani. La Fism, inoltre, ha maturato esperienze di integrazione e sviluppo non solo con i piccoli stranieri, ma anche con i portatori di handicap che sono 4.300 sul totale dei 5.057 iscritti alle scuole paritarie per l’infanzia: Quando si parla di presenza di bambini disabili ha concluso Biancamaria Girardi, responsabile nazionale Fism per il settore handicap – si pensa subito alla presenza di insegnanti di sostegno e si vede subito l’onere economico che ne consegue. Forse sarebbe meglio pensare al principio, costituzionalmente garantito, del diritto allo studio, e al diritto all’integrazione scolastica della persona, e rispettare le effettive esigenze dei singoli bambini che presentano situazioni di difficoltà.Sir