Italia
Scuola: domani la riforma del governo. Appello di 44 deputati per le paritarie
Ricordando che queste accolgono «oltre un milione di alunni», l’appello sottolinea che «tale sistema costa allo stato solo 470 milioni di euro/anno, pari a circa 450 euro/anno/alunno per la scuola dell’infanzia e primaria, mentre lo stanziamento per le secondarie di I e di II grado è praticamente inesistente. Il resto è a carico delle famiglie e del volontariato delle comunità. Evidente il risparmio per la finanza pubblica, visto che il costo standard dello studente è stato calcolato dal Miur in circa 6.000 euro/anno, oltre ai costi dell’edilizia scolastica». Per i deputati, «non sono in causa solo l’esercizio dei principi di libertà e di sussidiarietà, il superamento di inaccettabili discriminazioni, il legame con la scuola europea, ma talora lo stesso diritto allo studio, dato che in alcuni territori rurali e di montagna la scuola paritaria può costituire l’unica offerta formativa, con evidenti rischi di dispersione scolastica».
A 15 anni dall’approvazione della Legge Berlinguer che ha riconosciuto in Italia un unico sistema nazionale dell’istruzione pubblica, composto da scuole statali e paritarie, ancora non sono stati adottati «strumenti concreti per favorire la parità scolastica», con una conseguente «lenta asfissia della scuola pubblica non statale che, soprattutto in questi tempi di crisi, si è vista costretta, per l’insostenibilità della gestione, a chiudere numerosi istituti». Assistere «inerti alla morte lenta della scuola pubblica non statale» significherebbe «rinunciare non solo al suo valore aggiunto di libertà e di sussidiarietà, ma anche allo stimolo di una positiva competizione, utile per innestare nella scuola statale elementi d’innovazione, di sperimentazione e di economicità di gestione», oltre che «assumersi i costi derivanti dal riversarsi degli alunni nel circuito statale». Secondo i deputati, «la scelta degli strumenti più idonei per il raggiungimento di un’effettiva parità è vasta e la sua applicazione può essere graduale. Un sistema fondato sulla detrazione fiscale, accompagnato dal buono scuola per gli incapienti, sulla base del costo standard, potrebbe essere un primo significativo passo verso una soluzione di tipo europeo. Ricordando di prevedere risorse per il diritto allo studio, che dentro il sistema nazionale pubblico segue lo studente e non la tipologia di scuola».