Si stringono i tempi per l’attuazione dell’intervento deciso dalla Regione per salvare le sezioni di scuola dell’infanzia che non possono essere aperte per mancanza di insegnanti in seguito ai tagli decisi dal governo.Ieri pomeriggio l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini ha incontrato i rappresentanti dei Comuni interessati ai tagli, per fare il punto sulle necessità e capire come assegnare le risorse che la Regione mette a disposizione sul suo bilancio per dare a oltre 750 bambini dai tre ai sei anni la possibilità di trovare un posto alla materna.L’assessore ha confermato che la Regione metterà sul piatto risorse fino a circa 2 milioni di euro grazie al Fondo sociale europeo che dovranno servire a pagare lo stipendio a due insegnanti per ciascuna sezione (nel caso si tratti di sezioni a te mpo pieno).La macchina organizzativa è già partita. Oltre ai Comuni sono stati contattati anche Anci e Ufficio scolastico regionale, con i quali sarà stipulato un accordo. Si cercherà di bruciare le tappe in modo da rendere operative le nuove sezioni il prima possibile. Salvo qualche caso, difficilmente potranno partire da lunedì 14, anche perchè sarà necessario andare a convenzioni scuola per scuola. I Comuni hanno manifestato apprezzamento per l’operato della Regione concordando sulla necessità di non sostituirsi allo Stato che dovrà comunque risolvere il problema facendo marcia indietro sui tagli e concedendo maggiori risorse. L’assessore Simoncini ha ricordato a questo proposito che l’intervento della Regione è una misura d’emergenza che potrà essere attuata solo per l’anno 2009-2010. La Toscana, insieme alle altre Regioni, chiederà al governo di reinserire risor se per la scuola nella prossima finanziaria. «Abbiamo deciso di puntare sulla scuola dell’infanzia ha spiegato Simoncini – perchè in questo settore esiste da tempo una consuetudine di intervento da parte dei Comuni e della Regione che sostiene le scuole paritarie e private con contributi ad hoc. Ma anche perchè, contrariamente agli alunni degli altri ordini di scuola, per questi bambini l’unica alternativa che si prospettava era quella di restare a casa. Una prospettiva intollerabile per una regione che garantisce l’asilo nido al 31% dei bambini da 0 a 3 anni. Non è pensabile che a questi stessi bambini sia negata la scuola nella fascia di età successiva». Nell’incontro si è ribadito che l’intervento della Regione riguarda le realtà inserite nel piano di dimensionamento approvato dalla giunta lo scorso dicembre (come avviene ogni anno) e nel quale erano stati i inseriti i Comuni che ave vano necessità di accogliere nuovi bambini e che avevano predisposto le strutture per accoglierli. In queste ore si sta procedendo ad una verifiica con l’ufficio scolastico per capire se, oltre alle 33 sezioni indicate, vi siano altre strutture previste dal piano cui non è stata data risposta. Dal piano di dimensionamento autorizzato dalla Regione risultano interessati i seguenti Comuni: Firenzuola, Marradi, Fucecchio, Tavarnelle in provincia di Firenze per un totale di 117 bambini. Livorno, Riomarina (Cavo), Piombino, Rosignano nella provincia di Livorno, per circa 193 bambini. Porcari e Capezzano Pianore in provincia di Lucca, per 66 bambini; Bientina, Cascina, Castelfranco, Ponsacco e San Miniato in provincia di Pisa; Pistoia, Agliana, Monsummano Terme, Borgo a Buggiano, Chiesina Uzzanese nella provincia di Pistoia, per un totale di 174 bambini. Sette istituti comprensivi a Prato capoluogo, per un totale di circa 200 bambini. (cs-Barbara Cremoncini)