Cultura & Società
Scuola cattolica: 7.700 istituti con 530mila alunni
Uscito il XXV Rapporto del Centro studi per la scuola cattolica (Cssc) intitolato “Includere la disabilità”, che verrà presentato online il 7 novembre ma è già in libreria. Mons. Giuliodori: “Strategica l’inclusione dei ragazzi disabili”.
“È proprio sull’inclusione degli alunni con disabilità che si gioca la partita più delicata per la scuola cattolica perché, da una parte, essa deve essere all’altezza della sua missione e, dall’altra, l’intero sistema nazionale di istruzione non può escludere o penalizzare al suo interno, nella scuola paritaria, proprio i suoi alunni più fragili”. Ne è convinto mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, che firma la presentazione del XXV Rapporto del Centro studi per la scuola cattolica (Cssc) della Cei.
Arrivato puntualmente in libreria, come di consueto nelle prime settimane dell’anno scolastico, il volume, intitolato “Includere la disabilità” (edizioni Scholé) propone quest’anno un’approfondita panoramica sulla presenza degli alunni con disabilità nelle scuole italiane, e in particolare in quelle cattoliche. Il Rapporto verrà presentato il 7 novembre in un webinar in collaborazione con il Servizio nazionale Cei per le persone con disabilità. Appuntamento alle 17 in diretta sul canale YouTube della Cei.
Partire dagli alunni più deboli. “Nella storia della scuola italiana, che pure ha in materia una delle legislazioni più avanzate al mondo, si è passati dall’inserimento all’integrazione e all’inclusione”, osserva ancora mons. Giuliodori. Tuttavia, rimane ancora molto da fare. Soprattutto – una delle tesi sviluppate nel Rapporto – non si può più affrontare il problema in maniera settoriale, ma ripensando l’intera scuola e la sua organizzazione a partire dagli alunni più deboli. “Se vogliamo provare a riassumere in un concetto sintetico il contenuto di questo Rapporto – afferma nella conclusione del volume Sergio Cicatelli, coordinatore scientifico del Cssc – il messaggio principale è quello di raccogliere la sfida dell’inclusione e farne l’occasione per cambiare decisamente il nostro modello di scuola. Siamo infatti ancora legati all’idea della scuola-apparato, in cui la dimensione burocratica e organizzativa prevale su quella educativa”. Insomma, la sfida dell’inclusione “non è solo un adempimento formale o un impegno di politica sociale. È l’occasione per ripensare la nostra idea di scuola e ricostruirla su basi nuove”.
Esperienze pilota. Il Rapporto non si limita a esaminare l’argomento nella sola scuola cattolica, anche se propone una breve rassegna di esperienze pilota sviluppate in gran parte di queste scuole. Il tema viene trattato in tutti suoi aspetti: dalle scelte di politica scolastica all’analisi della legislazione e della giurisprudenza, dai contributi della ricerca pedagogica alle prospettive di vita dell’alunno con disabilità al di fuori della scuola, dall’identità dell’insegnante di sostegno al ruolo di tutti gli altri insegnanti. Con una necessaria precisazione, spiega Cicatelli: “In Italia possiamo distinguere sostanzialmente tre diverse aree: quella della disabilità certificata, quella del disturbo specifico di apprendimento (Dsa) e quella del bisogno educativo speciale (Bes). Ognuna di esse comporta un diverso approccio da parte della scuola”.
I numeri. Dall’appendice statistica curata da Cicatelli – che come di consueto completa il Rapporto – si evince che nel 2022-23 le scuole cattoliche in Italia sono in tutto 7.713, cioè 116 in meno rispetto all’anno precedente; il 59% al nord, il 15% al centro, il 26% al sud. Gli alunni sono complessivamente 530.690, anche in questo caso con una perdita di 11.390 unità. Il settore in maggiore difficoltà è la scuola dell’infanzia, che perde 62 scuole e 8.073 bambini, mentre la secondaria di II grado è l’unico livello in cui si registra un aumento di oltre 1.000 studenti, nonostante la scomparsa di 32 scuole. Gli insegnanti di ogni ordine e grado sono complessivamente 53.653.
All’interno di tutto il sistema nazionale di istruzione i disabili certificati sono da alcuni anni più di 300mila (oltre il 4% del totale), cui corrispondono circa 200mila insegnanti di sostegno (un quarto di tutti i docenti). Nelle scuole cattoliche si registra un’analoga crescita, anche se in misura minore per via dei costi che le famiglie devono sostenere: nel 2022-23 si è comunque arrivati a una media dell’1,9% di alunni con disabilità (in tutto 10.127), con punte del 2,5% nella primaria e del 2,4% nella secondaria di I grado. Cresciuti in proporzione anche gli insegnanti di sostegno, assicurando in media poco più di un docente ogni due disabili. “Il confronto – si legge nel Rapporto – è negativo solo per la disabilità certificata (che comporta le spese per l’insegnante di sostegno), mentre i casi di Dsa e di Bes (che non richiedono impegni di spesa ma solo attenzione educativa) sono proporzionalmente più numerosi nelle scuole paritarie e in particolare in quelle cattoliche, a testimonianza di una qualità del servizio che viene senz’altro ricercata e apprezzata dalle famiglie”. Secondo i curatori dell’indagine, “se non ci fossero costi aggiuntivi, molto probabilmente anche il numero degli alunni disabili sarebbe molto più alto nelle scuole cattoliche, a conferma di una limitata libertà di scelta educativa”.