Al di là di marce indietro o avanti, siamo di fronte a un passaggio positivo. Evidentemente il ministro e il governo non hanno potuto e voluto, con responsabilità, bisogna dare atto; come bisogna riconoscere l’importanza avuta dal lavoro parlamentare, in commissione cultura fare a meno di considerare la vasta protesta salita dal mondo scolastico e da buona parte del Paese sui temi della scuola, affrontati forse con toni troppo sbrigativi all’inizio. Lo afferma Alberto Campoleoni, esperto in politica scolastica, a proposito delle scelte compiute ieri dal governo. La capacità di ascolto e di rimodulazione di riforme ritenute indispensabili afferma Campoleoni segna un passo avanti nella direzione auspicata da più parti e da tempo di mosse il più possibile condivise sul terreno della scuola perché questa venga considerata davvero un bene comune. C’è da augurarsi che su questa strada si possa andare avanti. Sul tappeto aggiunge l’esperto resta la questione delicatissima della riforma delle superiori, che slitta ancora di un anno. È curioso notare che tutto il processo riformatore avviato negli ultimi anni ha preso le mosse dalla necessità di cambiare soprattutto la secondaria. E ha finito invece per concentrarsi sulla primaria, lasciando le superiori sostanzialmente al palo, in un clima di incertezza permanente. Inutile dire che occorre arrivare in fondo. Sono ormai pronti i regolamenti avviati dalla riforma Moratti commenta al riguardo Campoleoni e lo stop deciso dal governo ha lo scopo di approfondire i temi e favorire soprattutto l’orientamento delle famiglie. Ben venga un supplemento di riflessione e l’ampliamento del dibattito: si sta per ridefinire il sistema dei licei, il riordino dei tecnici, l’istruzione professionale, con implicazioni istituzionali di non poco conto. Dopo la riflessione si proceda però senza rinvii.Sir