Italia

SCOUT, 200 CAPI TOSCANI ALL’«INDABA» A LUCCA

«Fare memoria per costruire»: questo lo slogan e al tempo stesso lo spirito che ha attraversato la due giorni in cui l’Agesci toscana (l’Associazione guide e scout cattolici italiani), con i suoi capi, si è data appuntamento a Lucca il 20 e 21 settembre. Questo evento regionale, con cadenza annuale, prende il nome di «Indaba», termine mutuato dalla tradizione africana che sta ad indicare l’incontro annuale tra capi delle tribù.

L’«Indaba» di quest’anno, che ha visto la partecipazione di circa 200 capi toscani, ha avuto una connotazione speciale, diversa rispetto alle edizioni precedenti in quanto non solo è stato un momento per approfondire, riflettere, confrontarci e scoprirci con chi condivide i nostri percorsi, ma ha rappresentato un’occasione privilegiata per una rilettura del cammino degli ultimi quattro anni (coscienza / valori; responsabilità / dare risposte ai problemi in maniera conforme a quelli che sono i nostri valori fondanti come cristiani e come capi; l’individuare strategie attraverso le quali è possibile attuare il cambiamento nel mondo che ci circonda).

I lavori sono iniziati il sabato pomeriggio con il cosiddetto «percorso della memoria», durante il quale ogni capo, con l’ausilio di cartelloni, brani e foto, ha ripercorso i temi e i momenti salienti dei precedenti Indaba per trarne suggestioni e stimoli che hanno poi condotto ad un dibattito preceduto dall’intervento di monsignor Giordano Frosini, vicario generale della diocesi di Pistoia, il quale, nella sua relazione, ha posto l’accento sul concetto di responsabilità.Frosini ha sottolineato il fatto che la Bibbia parla di responsabilità per gli altri, introducendo così il concetto di «carità politica». L’esercizio della carità richiama l’impegno politico, per cui come cristiani siamo chiamati ad agire per la costruzione del territorio dove viviamo quotidianamente.

L’attività politica è una delle più nobili attività perché è la ricerca del bene comune e in questa tensione, ha concluso Frosini, il cristiano in politica deve essere accompagnato da capacità tecnica e da preparazione spirituale.

I lavori sono stati ripresi la domenica mattina con la celebrazione della Messa, cui è seguìta la seconda parte dell’«Indaba» relativa alla cosiddetta «fiera delle opportunità», in cui i capi hanno potuto sperimentare il concetto di «responsabilità politica», intervenendo nei gruppi di lavoro (pubblica amministrazione, famiglia, pastorale giovanile, scuola, foulards blanches, immigrazione, dipendenze). I gruppi corrispondevano ai livelli in cui è articolato il territorio e sono stati tenuti ed animati da esperti del settore.

L’«Indaba» 2003 si è chiuso nel pomeriggio della domenica con le sintesi dei lavori e degli spunti emersi dai vari gruppi; spunti che ci conducono dritti a cominciare un nuovo anno avendo di fronte una sfida rivolta a tutti, una sfida che si riassume nel fatto che la scelta di farsi carico delle disparità causate dall’ingiustizia degli uomini non può essere soltanto un orientamento mentale, ma deve divenire la base per un agire concreto (politico) nel mondo contro tutte le situazioni in cui la dignità umana viene offesa.