Cultura & Società

Scoperto a Firenze un affresco forse di Leonardo

di Andrea FagioliSi potrebbe rivelare eccezionale la scoperta fatta da tre ricercatori fiorentini tra i muri e le intercapedini che dividono il convento della Santissima Annunziata dal palazzo dell’Istituto geografico militare, costruito a ridosso dell’edificio religioso a partire dal 1857 dopo che lo stesso fronte (quello ovest mirabilmente descritto da Frà Bartolommeo nei primissimi anni del 1500) era stato chiuso nel 1594 in seguito alla costruzione delle scuderie granducali.

Se gli ulteriori accertamenti daranno ragione ad Alessandro Del Meglio, Roberto Manescalchi e Maria Carchio, una parete avrebbe diviso anche un affresco di Leonardo da Vinci (o della sua scuola) e chiusa una scala di Michelozzo di Bartolommeo, principale allievo del Brunelleschi.

Negli ambienti di interconnessione, i tre studiosi hanno infatti «constatato la presenza di una scala che, nel corso del tempo ha perso totalmente quella funzione di collegamento che architettonicamente ne aveva giustificato la costruzione ed è stata relegata ad altro uso sia nella parte che è nella disponibilità del Geografico militare sia in quella del convento. Malgrado sia stata snaturata ed abbia perso le sue funzioni precipue o, anzi, forse proprio grazie a questo, la scala in questione è praticamente integra» e mostra «un’architettura dai ritmi chiari e sicuri in cui si percepisce l’entusiasmo dei pionieri dell’architettura fiorentina del primo Quattrocento. Traspare nella razionalità di questa fabbrica – spiegano ancora i tre – il debito alla inimitabile purezza del linguaggio brunelleschiano, tanto da rimandare direttamente, attraverso i caratteri stilistici, ad un inedito, primissimo Michelozzo di Bartolommeo».La scala, che si presume realizzata intorno al 1430, conduceva al primo piano a quella che gli autori della ricerca hanno identificato come la parte «nobile» di una foresteria e poi proseguiva verso un ampio stanzone ora adibito a soffitta. In quella foresteria, Leonardo ha quasi sicuramente alloggiato: numerosi gli indizi, a partire dal Vasari.«Leonardo nel 1500 ha 48 anni, la sua opera, durante il soggiorno milanese – spiegano gli autori della ricerca – lo ha reso famoso e, in Firenze, cerca e trova una sistemazione adeguata al suo rango. Osservando bene la disposizione delle cinque stanze della foresteria riusciamo anche ad arguire come, con ogni probabilità, il personaggio potesse vivere e muoversi all’interno di esse». Il Vasari parla di una stanza «dove non entrava se non egli solo» e lì vi conservava animali e quant’altro necessario per i suoi studi. Una stanza, insomma, che risponderebbe in pieno a una di quelle individuate. E chissà che il genio di Vinci non abbia approfittato di quel soggiorno per lasciare una sua testimonianza in onore dell’Annunziata. Infatti, sul pianerottolo del primo piano della scala di Michelozzo, adiacente alla porta d’ingresso del locale principale della foresteria, esistono dei reperti di affreschi, in parte staccati, rovinati e di non facile lettura, ma che i tre ricercatori fiorentini riconducono a Leonardo o quantomeno alla sua bottega. Il tripudio di uccelli in alto che sovrasta una «probabile vergine annunciata», ora perduta, sarebbe una chiara citazione agli studi sul volo degli uccelli e il rapporto che li lega fra loro, la particolare posizione (quello in alto vola praticamente giocando nell’aria con il dorso al terreno; quello centrale è raffigurato in picchiata e il terzo nell’atto di ricevere l’imbeccata) e la qualità della pittura, sono forse più di una semplice citazione. Nella parte a destra (quella all’interno del convento), dietro ciò che rimane dell’Arcangelo Gabriele (le estremità delle ali) c’è la traccia di un angelo che sembra staccato e che richiama, in modo evidente, l’Angelo dell’Annunciazione di Leonardo conservata agli Uffizi.«Ultimo elemento di riscontro all’ipotesi formulata è – a giudizio dei tre ricercatori – la presenza di due grottesche e di alcuni graffiti al secondo piano della foresteria. Le grottesche, attribuibili al Morto da Feltro (pittore che operò a cavallo del 1500 e fu richiamato a Firenze proprio dalla presenza di Leonardo), sono indicative della funzione di dormitorio del personale di servizio di quanti ospitati al primo piano, mentre tra i graffiti si riscontrano delle caricature che hanno assonanze evidenti con alcuni disegni del genio di Vinci».Rintracciato, nel corso dell’analisi degli spazi, anche il vecchio portale di ingresso al convento, proprio sul lato ovest, che fu per un lungo periodo «l’area più vissuta perché destinata ai servizi, con orto e giardino recintata da muri e con due ingressi che si aprivano lungo il muro di recinzione: uno laterale che sembra secondario e situato su un piano più alto del terreno e uno principale da cui prendeva inizio una strada che forse doveva condurre verso il convento di San Marco».La ricerca di Alessandro Del Meglio, Roberto Manescalchi e Maria Carchio, con il titolo Tracce di antichità del convento della Santissima Annunziata nei locali dell’Istituto geografico militare, sarà pubblicata dallo stesso istituto e presentata ufficialmente il 13 febbraio prossimo in un incontro degli «Amici dei Musei», mentre un’anticipazione del lavoro sarà fatta lunedì 17 gennaio nel corso di un convegno nella sede del Consiglio regionale della Toscana nell’ambito della mostra «Leonardo, i giochi e lo sport».Un plauso ai tre ricercatori arriva dagli stessi frati dell’Annunziata attraverso l’archivista e storico padre Eugenio Casalini, che sottolinea il «paziente e intelligente lavoro di ricerca con cui sono riusciti a mettere in luce parte dell’antico e famoso convento che i documenti del passato ci descrivono come centro di spiritualità, arte e cultura fiorentina». La lettura di quella parte del monumento, il fronte ovest, «si annuncia – a giudizio di padre Casalini – ricca di sorprese, non solo per la storia del convento dei Servi di Maria, ma per Firenze e i cultori della sua civiltà».

Nella foto una delle grottesche attribuite al Morto da Feltro, pittore che sarebbe stato richiamato all’Annunziata dalla presenza di Leonardo. Nella foto piccola, in alto, un particolare dell’Annunciazione che potrebbe essere stata dipinta da Leonardo.