La scienza, per definizione, è conoscenza certa, ed è una conquista positiva dell’uomo, che permette di rendere la vita più umana. Lo ha detto mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia della Vita e rettore dell’Università Lateranense, nel discorso di apertura al Convegno su L’importanza della scienza oggi. Fede e ragione sul banco di prova in corso a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana (oggi e domani). Il problema non è la scienza in quanto tale, ma l’uso che si fa delle sue scoperte. La conoscenza, anche la più critica e la più precisa ha affermato mons. Fisichella deve porre l’uomo al centro del suo investigare. La ricerca della verità, che piaccia o no, è lo scopo di ogni ricerca scientifica. La scienza deve cercare la verità piena sull’uomo. E, come ha detto Benedetto XVI a Parigi, la cultura è segnata dal quaerere Deum, dalla ricerca di Dio. I teologi sono, dunque, a favore della scienza, che deve procedere libera nella ricerca, ma non libertaria nelle conquiste. La fede ha concluso Fisichella – non annulla la ragione né umilia la scienza, ma è una compagna di viaggio nella ricerca permanente di senso che caratterizza la vita di ogni persona. La fisica è una descrizione del mondo in categorie, con un linguaggio matematico che rappresenta le costanti nella natura, ha affermato il fisico Henry Blome, tra i relatori al Convegno su L’importanza della scienza oggi. Fede e ragione sul banco di prova,che si chiude domani alla Pontificia Università Gregoriana. Alcuni scienziati pretendono, invece, di estendere le teorie scientifiche ad una visione totalitaria della realtà, sopravvalutando la scienza naturale. L’Ottocento, in particolare, è stato il secolo dell’ottimismo scientifico. Oggi, invece, gli scienziati sono consapevoli che la pretesa di arrivare a spiegare l’origine del mondo è un’illusione. Chiunque, da qualsiasi parte del Tevere sia ubicato, dichiari di avere una spiegazione certa sulle origini dell’Universo, dice una cosa non vera, ha dichiarato il fisico. Ogni conoscenza dell’uomo è sempre limitata e incompleta, anche se il grado di affidabilità della conoscenza scientifica è oggi molto alto. Per Blome, il rapporto tra scienza e fede è stato ben definito dal fisico gesuita Georges Lemaitre, un giorno, mentre ammirava la Cappella Sistina: Credo a Dio, non al dito.Il teologo Daniele Garrone è intervenuto, questa mattina, al convegno su L’importanza della scienza oggi. Fede e ragione sul banco di prova, alla Pontificia Università Gregoriana (fino a domani), per presentare il punto di vista della teologia protestante sul rapporto tra fede e scienza, diverso ha detto Garrone da quello della Chiesa cattolica romana, sulla concezione della natura e della laicità, in termini di una maggiore apertura, che come ha detto più volte il cardinale Ratzinger, rappresenta il punto di forza e insieme di debolezza della teologia protestante. La scienza ha portato la sfida, positiva, dell’emancipazione della ragione da una fede ingenua, basata su presupposti dogmatici, ha affermato il teologo. Tuttavia, i rischi sono nelle pretese dogmatiche della scienza, che deve oggi raccogliere, a sua volta, la sfida di tornare alla fede per le spiegazioni ultime. D’altra parte, ha avvertito Garrone, la religione, in quanto ambito dell’umano, è a sua volta promettente e pericolosa. Un teologo oltranzista può essere dannoso quanto uno scienziato pazzo. Al centro di ogni conoscenza, di fede e di ragione, dunque, bisogna mantenere la persona umana e i suoi diritti.Sir