Una piovra che non ha risparmiato nemmeno Arezzo e provincia. Parliamo della crisi economica che si sta facendo sentire anche dalle nostre parti. Nell’aretino, nell’ultimo anno, le ore di cassa integrazione sono aumentate di sette volte e quelle della cassa integrazione straordinaria di venti volte. Numeri a cui va aggiunto un quadro poco incoraggiante fra riorganizzazioni, chiusure e licenziamenti, che vedono coinvolte numerose aziende del territorio.Il gigante aretino delle telecomunicazioni, «Eutelia», ha scelto di vendere un intero settore della propria azienda, quello dell’«information technology», ossia il compartimento di apparecchi digitali e software. Il settore in vendita non ha sede ad Arezzo, ma sta mettendo a rischio anche i posti di lavoro aretini che, a detta della dirigenza, al momento «non sarebbero interessati da riduzioni». Sempre restando nell’ambito comunicazioni, è notizia di questi giorni la proposta fatta dalla «Ciet» di Piero Mancini di una cassa integrazione per tre mesi a rotazione fra 180 lavoratori per evitare lo spettro della mobilità, dopo la riduzione delle commesse.Hanno perso il posto di lavoro dallo scorso gennaio i 71 dipendenti della cooperativa «L&L» di Sansepolcro che si occupava del magazzino della Buitoni, dopo il passaggio di proprietà dello stabilimento biturgense dalla Nestlè all’imprenditore campano Angelo Mastrolia. Il leader della «Newlat», tra l’altro, non ha presentato ancora un piano industriale convincente per l’azienda biturgense. Altri cento posti a rischio sempre a Sansepolcro sono quelli della «Valfungo». A minacciare i licenziamenti è la proprietà dopo che il comune biturgense non ha concesso l’ampliamento dello stabilimento. Grande preoccupazione sempre in Valtiberina per il settore del tabacco, dove sono in bilico ben 1.800 posti fra la Toscana e l’Umbria.Si ricomincia a sperare, invece, in Casentino dove i 180 lavoratori della cartiera «Sca» di Pratovecchio continueranno a lavorare almeno per altri sei mesi. Punto interrogativo, invece, su che cosa ne sarà della cartiera dopo questa fase. La decisione è frutto di un accordo ancora da definire, raggiunto dai sindacati con la «Sca». A sostegno dei dipendenti della «Sca» sono intervenuti i vescovi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e Fiesole, Gualtiero Bassetti e Luciano Giovannetti, per congiurare una chiusura ingiustificata.Incertezza anche sul futuro del settore siderurgico di San Giovanni Valdarno. Tra Beltrame, Duferdofin e Rv – le sigle che hanno in mano la storica ferriera della città – sono 241 i lavoratori in cassa integrazione fra straordinaria e ordinaria, da questi giorni.Il dramma della disoccupazione preoccupa da tempo la Chiesa aretina. In questo senso la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha già raccolto durante la «Quaresima di Carità» oltre 26mila euro da destinare alle famiglie colpite della crisi. Il fondo sarà gestito dalla Caritas diocesana e servirà a tamponare le situazioni di emergenza ma anche a favorire percorsi di accompagnamento. Inoltre la parrocchie della diocesi hanno preso parte alla colletta nazionale di domenica scorsa che era stata promossa dalla Conferenza episcopale italiana per realizzare il «Prestito della speranza» per le famiglie rimaste senza lavoro.Acli e Mcl: situazione preoccupante.Una situazione economica che diviene ogni giorno più preoccupante. Questa l’analisi di Acli e Mcl aretine a cui lavoratori e pensionati in difficoltà si rivolgono per ottenere consigli e informazioni. «La crisi ad Arezzo e provincia – spiega Enrico Fiori, presidente provinciale delle Acli – sta colpendo in modo particolare le famiglie mono-reddito. C’è una forte perdita del potere d’acquisto dei salari. Sempre più spesso arrivano nei nostri uffici persone per richiedere bonus o forme d’aiuto. Altri invece chiedono informazioni su cosa potrebbe accadere qualora l’azienda li volesse mettere in cassa integrazione o licenziare. Numerose le persone che si appellano al nostro patronato per la verifica della propria posizione contributiva ai fini pensionistici. Tanti anche i pensionati che non arrivano alla fine del mese e che si presentano allo sportello della nostra federazione». Il presidente Acli non nasconde i suoi timori. «È una quadro davvero preoccupante – spiega Fiori – che nei prossimi mesi, quando la cassa integrazione per molti terminerà, potrebbe anche peggiorare. Per questo chiediamo alla politica di rimettere al centro dell’attenzione il tema del lavoro».Analisi a tinte fosche anche da parte di Robero Tiezzi, presidente provinciale di Mcl. «La crisi sta colpendo soprattutto le fasce più deboli della popolazione e anche nella nostra provincia stanno crescendo le situazioni di disagio. Noi, con il Caf e con il patronato, cerchiamo di offrire un aiuto non solo in termini “tecnici”, ma anche dando messaggi positivi e di speranza. Tante persone in situazione di difficoltà – prosegue Tiezzi – hanno bisogno di una parola di conforto e da questo punto di vista siamo sempre presenti. In molti ci chiedono quando finirà questa crisi, altri che hanno perso il lavoro vogliono sapere come poter ricollocarsi. Le risposte a questi quesiti non sono facili. Possiamo solo spiegare che, come in tutte le crisi, la ripresa arriverà».di Lorenzo Canali