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Scandalo calcio, le intercettazioni
Sono oltre centomila le conversazioni intercettate al solo Luciano Moggi nel giro di otto mesi, tra il novembre 2004 e il giugno 2005, per ordine dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, della Procura di Napoli, che stanno indagando sul campionato di calcio 2004-2005. Alcune di queste intercettazioni, presumibilmente le più rilevanti (ma non è detto!) erano allegate agli avvisi di indagine recapitati nei giorni scorsi ai 41 indagati. Nei giorni successivi diversi organi di stampa hanno continuato a tirar fuori frammenti di queste interecettazioni (provenienti anche da altre inchieste svolte o in atto in altre Procure), allargando anche la rosa delle persone coinvolte. Sappiamo bene che il testo di un’intercettazione può essere fuorviante, perché tolto da un contesto più ampio e perché non riesce a dar conto del tono della voce e del carattere vero della conversazione. Non si può neanche escludere che in alcuni casi si sia trattato di conversazioni scherzose o paradossali, mentre gli stessi investigatori sono convinti che in alcuni casi fossero “accomodate” perché chi parlava sapeva di essere interecettato. In tutto questo calderone non è facile districarsi. Abbiamo però deciso comunque di pubblicare il testo di alcune di queste intercettazioni perché al di là dei fatti singoli di cui si parla (tutti da accertare) danno però conto dei rapporti esistenti tra alcuni importanti personaggi del calcio italiano.
La telefonata, fatta da Carraro a Moggi tramite la sua segretaria, è del 3 febbraio 2005, ovvero undici giorni prima della rielezione di Carraro alla presidenza federale, con un accordo per il quale si dimetterà alla fine del 2006 per esser sostituito dal suo vice Giancarlo Abete. Il giorno prima, la Juve ha incassato la prima sconfitta in casa, con la Sampdoria, grazie a un gol di Diana: la fuga scudetto sul Milan è già frenata, il campionato torna in bilico, e Carraro e Moggi ne parlano brevemente. Prima di passare a discutere sull’assemblea elettiva fissata per il 14 febbraio. (Fonte: Ansa)
In relazione al Processo di Biscardi, Moggi parla con il moviolista Baldas, ex arbitro, in riferimento a Rodomonti. Baldas dice: “C’è Rodomonti, gli diamo un po’ addosso se tu sei d’accordo”. Moggi: “Noo, lasciatelo stare, visto che ci sono io sabato, che mettere il rigore del Siena?”.
Moggi: “Bisogna prendere le emorragie, dandogli un danno a questo qua, inventandoci qualcosa, portandogli via un giocatore, trovargli qualche…”.
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E alla relazione sono allegate diverse intercettazioni che chiamano in causa il magistrato, il quale non è indagato ma su cui pende per queste vicende un fascicolo al Csm. Telefonate avvenute nel 2005 su cui, almeno in parte, Ferri ha dato spiegazioni ai pm Beatrice e Narducci in un’audizione come persona informata sui fatti. Il magistrato raccoglie, come lui stesso racconto “le confidenze” di Lotito e Mazzini su questioni delicate, anche sui favori arbitrali, li mette in contatto e a lui il vice presidente della Figc chiede più volte di informarsi su un’inchiesta in corso alla procura di Bologna e che interessava la federazione. A sua volta Ferri segnala a Mazzini un guardalinee perché gli dia una mano.
LA LAZIO E I FAVORI ARBITRALI – L’8 febbraio in una telefonata Mazzini si lamenta con Ferri di aver cercato inutilmente Lotito: : “…era tanto interessato a una cosa che gli ho fatto… aveva bisogno di una verifica se ci era stato un intervento per la gestione arbitrale”. Un’affermazione su cui ” non mi concentrai molto – ha spiegato poi Ferri ai magistrati – ma qualche giorno dopo, e precisamente a seguito della partita Lazio-Chievo parlai con Mazzini e lui mi disse che aveva favorito la Lazio facendo designare un arbitro toscano, che mi pare fossi Rocchi”. Ai pm Ferri ha riferito di averne parlato anche con Lotito “e ricordo che pure lui – ha aggiunto – mi confermò magari in termini non espliciti che Rocchi aveva arbitrato la partita in favore della Lazio”.
Il 20 febbraio Ferri chiama Mazzini e gli dice: “Mi ha detto Claudio di salutarti e di ringraziarti… mi ha detto ‘ringrazia tanto Innocenzo”. “Lotito , finita la partita – ha chiarito successivamente Ferri ai magistrati – mi aveva detto che era stato trattato bene da Mazzini, senza fare riferimenti espliciti ma facendomi capire che si riferiva all’arbitraggio di Rocchi. E’ per questa ragione che chiamo subito Mazzini e lo ringrazio a nome di di Lotito, dicendo pure che ‘e’ un grandé”.
MAZZINI A FERRI, PARLA TU A LOTITO DI DELLA VALLE – Il 22 aprile Ferri in compagnia di Lotito chiama Mazzini e poi passa il telefono al presidente della Lazio. L’argomento è quello che Lotito definisce la “proposta da bandito” che gli ha fatto Della Valle per la partita Lazio-Fiorentina da disputarsi a distanza di qualche settimana. Il 20 maggio Ferri chiama Mazzini e i due parlano a due giorni dalla partita dei rapporti tra i presidenti di Lazio e Fiorentina. Secondo Mazzini Lotito deve prendere l’occasione per “costringere alla pace” Della Valle; “se tu lo senti – dice a Ferri – cerca… tanto per lui fare uno o fare tre non gli cambia niente, mi capisci!” “No… ma lo so infatti…Se vuoi glielo dico” risponde il magistrato.
“Mazzini – ha spiegato poi Ferri ai magistrati – mi rappresentava la possibilità per Lotito di accordarsi con Della Valle e in una più ampia prospettiva di buoni rapporti evidentemente egli faceva riferimento anche all’incontro di calcio tra le due squadre. La frase che lui dice ‘tanto per lui fare uno o tre non gli cambia niente non puo’ avere altra spiegazione”.
MAZZINI, FERRI E L’INCHIESTA DI BOLOGNA – Mazzini chiede a Ferri notizie su un’inchiesta in corso a Bologna in mano al pm Persico che, secondo quanto riferisce il vice presidente della Figc in una telefonata del 16 aprile riguarda un caso di appropriazione indebita di un miliardo ai danni della Federazione, da parte di un certo Pasini che lui indica come presidente del comitato regionale del settore giovanile dell’Emilia. “Questo signore ha cominciato a dire ‘se parlo io’, specificando che lui li aveva forse preso i soldi ma li aveva dati anche ad altri di romana provenienza, cioé al suo presidente nazionale e ad altri della Lega nazionale dilettanti”, dice Mazzini; “…se per caso Persico tira fuori qualcosa di importante sui nomi che ha fatto Pasini, succede un casino in federazione”.
Riferendogli il nome dell’avvocato della Federazione (Mattia Grassani) Mazzini chiede a Ferri se secondo lui il legale “inciucia tutto” o se “Persico è uno che non si fa inciuciare” E Ferri assicura: “Mi informo bene per capire”.
LE SEGNALAZIONI DI FERRI A MAZZINI – In più occasioni Ferri parla con Mazzini del guardalinee di serie inferiori Pier Franco Racanelli, “che voleva fare il salto nei campionati di A e B. Mi rivolsi a Innocenzo Mazzini – ha riferito Ferri ai magistrati – nella prospettiva di che questo potesse tenerlo in considerazione e aiutarlo a fare il salto di categoria. Mazzini non solo si dimostrò disponibile ma aggiunse che avrebbe fatto seguire la vicenda al suo amico Duccio Baglioni”. Parlando con Mazzini, Ferri caldeggia anche la nomina di uno “stimato collega”.(ANSA).
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