Arte & Mostre
Sarteano, una sala dell’arte sacra nella chiesa di San Martino
Di fronte a duecento persone, stipate nella chiesa stracolma nel giorno di Pasquetta, il primo cittadino ha preceduto il previsto concerto di musica barocca comunicando che la chiesa patronale di San Martino, ricca dipinti di rilievo, assumerà nei fatti ciò che è già per vocazione: un’esposizione permanente di capolavori dell’arte senese.
«È il primo passo concreto – ha annunciato Landi – di un progetto rilanciato con forza a Spineto, in un’iniziativa del dicembre 2013. Dobbiamo ringraziare Marilisa e lo scomparso Franco Tagliapietra, la comunità parrocchiale con don Fabrizio Ilari e don Antonio Canestri, la Soprintendenza ai beni artistici ed il professor Pierluigi Rossi Ferrini che rappresenta il nostro prezioso legame con l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che ha deciso di stanziare 30mila euro per iniziare un lavoro di allestimento e messa in sicurezza degli spazi e delle opere. Saranno i primi passi per iniziare un lavoro di sistemazione di uno spazio museale che dovrà convivere con un luogo sacro, visto che la chiesa non perderà la sua funzione religiosa».
Il progetto della futura sala dell’arte sacra è stato realizzato gratuitamente per la parrocchia di Sarteano dall’architetto Federico Franci. L’opera forse più nota contenuta nella chiesa di San Martino è la celebre Annunciazione, forse l’ultima di rilievo di Domenico Beccafumi, realizzata nel 1546. La data è nota, anche perché la ricaviamo da una vibrata lettera del pittore che, due anni dopo, ne lamentava la riscossione – cambiano i tempi ma non le cattive abitudini – all’esponente della locale, potente famiglia Gabrielli che l’aveva commissionata.
Ma c’è anche quella che, forse, può essere considerata la principale opera d’arte di Sarteano: un trittico eseguito nella metà del Trecento da Jacopo di Mino del Pellicciaio, raffigurante una dolce Madonna con bambino, tra i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista sovrastata da un’Annunciazione e dai santi Bartolomeo e Pietro, Giacomo e Paolo. Dello stesso autore è esposta una deliziosa Madonna con bambino del 1342. La chiesa annovera, inoltre, una Madonna con bambino tra i santi Rocco e Sebastiano attribuita a Andrea di Nicolò, del secolo XV; altra pregevole opera minore del secolo XVI, San Martino e il povero. Al santo è dedicato questo edificio religioso costruito sulle rovine di una preesistente chiesetta, Santa Maria in Vallepiatta. La facciata dell’edificio è in stile neoclassico, ma è il campanile che sormonta la chiesa a custodire un autentico gioiello storico: la campana centrale, con un elegante scritta in gotico e una data (1282) che la fa annoverare tra le campane più antiche esistenti in Toscana. Proviene dalla chiesa romanica di San Martino in Foro, situata nella piazza principale del paese prima dello stravolgimento architettonico del 1841. Ora la campana può suonare di nuovo, per sottolineare un’altra vittoria della comunità locale. «Quando si lavora per aprire un nuovo museo – aggiunge il sindaco – la civiltà fa un passo in avanti. Di questo, dobbiamo essere tutti orgogliosi e continuare ad agire in questa direzione».
Simone Marrucci