Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Sarà santuario la chiesa cortonese di San Francesco.

Con particolare solennità è stata celebrata la festa di San Francesco sabato 4 ottobre, a Cortona, nell’omonima chiesa progettata e costruita da frate Elia nel 1245 e restaurata nel 2005, meta di tanti turisti per le numerose opere d’arte che contiene. La «Fabbrica di San Francesco», ha detto il ministro provinciale dei frati minori conventuali padre Antonio Di Marcantonio, che ha presieduto la liturgia eucaristica, «è ormai da considerarsi il terzo museo di Cortona». Custodisce infatti tele di Pietro Berrettini, Ciro Ferri, Sagrestani, Cigoli e affreschi di scuola senese venuti alla luce durante i lavori di restauro. Ma l’oggetto più caro e venerato che si trova nella chiesa è senza dubbio la reliquia della Croce Santa, portata da frate Elia da Costantinopoli, attualmente custodita in un artistico tabernacolo in marmo del secolo XVII, opera di Bernardino Radi, anch’esso accuratamente restaurato. Una reliquia talmente preziosa che ha spinto il ministro provinciale a chiedere al vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, di elevare la chiesa di San Francesco a santuario, santuario della Croce Santa. È stato lo stesso padre Antonio ad informare i fedeli presenti alla celebrazione di questo desiderio e di questa richiesta della comunità francescana. Al termine della celebrazione eucaristica il sindaco di Cortona, Andrea Vignini, preceduto dal gonfalone della città, ha rinnovato l’omaggio di Cortona al santo patrono d’Italia, riaccendendo la lampada votiva per invocare da Dio pace e prosperità sul nostro paese. Nella stessa solenne circostanza è stata inaugurata la teca che custodirà le preziose reliquie di San Francesco conservate nella chiesa. Nello scorso anno le reliquie (il saio, il cuscino dove il santo morente posò il capo, l’evangelistario) sono state oggetto di un’accurata indagine scientifica per accertarne l’autenticità. Le analisi effettuate dalla soprintendenza di Arezzo in collaborazione con il laboratorio di tecniche nucleari di Firenze e l’università degli studi di Siena hanno permesso di stabilire che le tre importanti reliquie sono compatibili con il periodo in cui visse il poverello di Assisi. La grande teca che racchiude ora le reliquie, permettendo anche l’esposizione ai fedeli, è stata realizzata dalla ditta «B & Elli» di Milano e collocata nella cappella absidale della chiesa. Chiusa da un cristallo di sicurezza, la teca è dotata di un sistema di stabilizzazione del microclima interno e di controllo dell’umidità che permettono di creare le condizioni migliori per la conservazione delle preziose reliquie. Il sindaco Vignini ha ringraziato la comunità dei frati minori conventuali e gli enti che hanno contribuito alla realizzazione della teca, assicurando l’impegno dell’amministrazione comunale a proseguire i lavori per il completamento della ristrutturazione dell’artistica chiesa, come il restauro della facciata ed altri interventi di consolidamento esterno. «Abbiamo a disposizione circa 300mila euro – ha detto Vignini – rispetto ai 500mila che abbiamo richiesto, ma confidiamo che entro breve tempo sarà completato tutto il restauro, sia all’interno, sia all’esterno». A conclusione della solenne celebrazione padre Antonio Di Marcantonio ha presentato il nuovo padre guardino della comunità dei frati conventuali, padre Eugenio, che succede a padre Giovanni rientrato in Romania.Il Trasimeno a secco: è allarme in Valdichiana L’ex presidente della Provincia di Perugina, Ilvano Rasimeli, non vedendo nessun miglioramento nella ormai lunga crisi del lago Trasimeno, ha preso carta e penna e ha inviato un esposto alla commissione europea sul disastro ambientale del lago. Nella missiva si legge tra l’altro: «Avendo trascorso una vita a studiare, vivere, capire e difendere il lago Trasimeno per il suo grande valore storico e ambientale, come cittadino, ingegnere idraulico e amministratore pubblico, vivo oggi una dolorosa presa di coscienza del grave disastro ambientale in atto che, almeno per quanto riguarda l’assetto biologico, sembra facilmente reversibile». Rasimeli non ha dubbi: «Se il problema del livello idraulico è analizzabile nelle sue caratteristiche tecniche, e quindi definibile nei provvedimenti da adottare, diversa è la situazione del disastro biologico che ha colpito il lago. Infatti per quanto attiene il ripristino del suo livello idraulico, un po’ di buon senso e di buona volontà, nonché di capacità operative, farebbe comprendere come, ripristinando tutto il sistema capillare e primario delle canalizzazioni idrauliche del bacino scolante (oggi completamente ostruite), la situazione potrà migliorare quando pioverà».Esattamente un anno fa, presso il lago Trasimeno, le Chiese dell’Umbria celebravano la Giornata regionale del creato, dedicata all’acqua, fonte di vita. I vescovi italiani avevano preparato un messaggio nel quale si chiedeva di «tutelare la disponibilità di acqua pulita dalle varie forme di inquinamento che la minacciano». Un anno dopo, in un altro contesto, riecheggia la stessa domanda. Alla conferenza internazionale di «Living Lakes», nei giorni scorsi proprio sulle rive del lago Trasimeno, i rappresentanti dei più importanti laghi del mondo hanno lanciato l’allarme e hanno unito le loro voci per richiamare l’attenzione dei governi locali sulla criticità e le problematiche dei singoli bacini lacustri. di Benito Chiarabolli