Le analisi e le indagini scientifiche condotte non certificano e non escludono che i resti nel sarcofago possano appartenere ad un uomo vissuto tra il I e il II secolo e dunque potrebbero coincidere con quelli dell’apostolo Paolo. Sono i risultati del monitoraggio realizzato sul sarcofago di San Paolo e presentati questa mattina ai giornalisti in Sala Stampa vaticana, alla presenza dell’arciprete della basilica di san Paolo fuori le mura, il card. Andrea Cordero di Montezemolo, e di Ulderico Santamaria, docente di scienze e tecnologie dei materiali all’Università della Tuscia e direttore del Laboratorio di diagnostica per la conservazione e il restauro dei Musei Vaticani. Secondo quest’ultimo i risultati non confermano e non escludono l’ipotesi che sia la tomba di san Paolo, anzi come ribadito dal cardinale nulla è contrario e tutto tende a far pensare che sia la tomba dell’Apostolo in linea con una tradizione di 2000 anni. Santamaria ha spiegato poi i particolari dell’indagine realizzata con il carbonio 14: il sarcofago, la cui datazione risalirebbe al IV secolo, non è stato aperto ma vi è stato praticato un foro millimetrico per inserire una sonda con cui sono stati estratti microframmenti di lana tinta con porpora e di filati con indaco insieme a submillimetrici frammenti di ossa. All’interno del sarcofago è stata rilevata anche presenza di incenso, dato importante per il valore religioso. Dagli esami è emerso che i resti risalgono ad un periodo compreso tra il I ed il II secolo. L’uso di una sonda ha spiegato il tecnico – ha ridotto al minimo l’invasività dell’esame ed i rischi di danneggiamento dell’interno evitando l’ingresso di ossigeno nella tomba. I frammenti microscopici, poi, non rendono possibile l’esame del Dna, che richiede molto più materiale. Tutti gli esami scientifici sono stati condotti sotto il controllo dei laboratori dei Musei Vaticani. Circa la possibilità di una pubblicazione futura con i dati dell’indagine il card. Montezemolo ha affermato che un passaggio decisivo nella valorizzazione della ricerca anche in virtù del fatto che il monitoraggio e la ricerca sono stati eseguiti in segretezza. Ulteriori studi sulla tomba devono essere autorizzati dal Pontefice.Sir