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SANTA SEDE: RAFFORZARE IL NO ALLA PROLIFERAZIONE DELLE ARMI NUCLEARI
“Rafforzare l’architettura del Trattato di non proliferazione degli armamenti” includendo “procedure di verifica e meccanismi per combattere le frodi”. Sono i punti principali della posizione espressa da mons. Diarmuid Martin, osservatore permanente presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite a Ginevra, in occasione della seconda sessione del Comitato preparatorio della VII Conferenza di esame del Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, in corso a Ginevra fino al 9 maggio.
Mons. Martin, nel corso del suo intervento, ha presentato i punti che la Santa Sede intende porre in evidenza: “Progredire verso la realizzazione dell’articolo VI del Trattato” che prevede l’eliminazione totale delle armi nucleari, “la lotta al terrorismo” in quanto gli attacchi terroristici potrebbero usare armi nucleari e l’obiettivo di un'”adesione universale al Trattato”, tanto nel suo scopo di non-proliferazione quanto in quello di disarmo.
Per mons. Diarmuid Martin, oggi ciò che più preoccupa è “l’incertezza di molti sull’adesione agli strumenti internazionali, per anni considerati i pilastri del controllo e della riduzione globale degli armamenti”. Per quanto “la situazione geopolitica sia mutata e talune dimensioni del disarmo richiedano un adattamento”, ha sottolineato mons. Diarmuid Martin, sarebbe un errore “mettere da parte il sistema attuale” senza avere chiaro in mente “un futuro sistema di sicurezza che rispetti i diritti e gli interessi legittimi di tutti”.