Vita Chiesa

SANTA SEDE: PROMUOVERE LA CULTURA DELLA PREVENZIONE PER GARANTIRE LA SICUREZZA E IL DISARMO

Solo una “cultura della prevenzione” può “assicurare una sicurezza basata sulla giustizia, la fiducia e la cooperazione tra gli Stati”. Lo ha detto mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, intervenendo alla “Convenzione sull’interdizione o limitazione dell’uso di alcune armi convenzionali che possono produrre effetti traumatici eccessivi o indiscriminati”, in programma in questi giorni a Ginevra. “Le negoziazioni multilaterali per il controllo delle armi o per il disarmo – ha fatto notare l’esponente vaticano – rimangono ancora lente e lunghe”, mentre al contrario “la produzione di nuove armi convenzionali comporta le scoperte più avanzate e più rapide sul piano scientifico e tecnologico”. Il risultato, ha ammonito Tomasi, è che “tali armi sono sempre più devastanti e causano inutili sofferenze umane per periodi di tempo molto più lunghi di quelli degli stessi conflitti”. .Un esempio per tutti di questa “realtà preoccupante”: le “bombe a grappolo”, sempre più usate nei conflitti armati”. Di qui l’appello ella Santa Sede agli Stati membri, affinché prestino “particolare attenzione a questo tipo di sub-munizioni”, dagli “effetti traumatizzanti e devastanti” sulle popolazioni civili, già provate dalle “conseguenze socio-economiche negative sia durante che dopo le ostilità”. In particolare, ha sottolineato Tomasi, gli sforzi internazionali dovrebbero essere finalizzati a trovare il “giusto equilibrio” in “armamenti mantenuti al livello più basso e i cui effetti riducano al minimo le sofferenze e i danni”.Sir