Vita Chiesa

SANTA SEDE: MONS. FOLLO (OSSERVATORE PERMANENTE) ALL’UNESCO: LE RELIGIONI POSSONO ANCORA CONTRIBUIRE ALLA COESIONE SOCIALE E ALLA PACE

“In un mondo esposto a conflitti che rischiano di portare ad atti di violenza, lo scambio tra le culture offre più che mai possibilità di incontro, di dialogo e di pace”: lo ha detto mons. Francesco Follo, Osservatore permanente della Santa Sede, durante la 176° Sessione del Consiglio esecutivo dell’Unesco, lo scorso 24 aprile. Nel suo intervento – che la Sala Stampa ha reso noto oggi – mons. Follo ha parlato dell’importanza del dialogo interconfessionale e interreligioso per la promozione del rispetto e del dialogo tra le culture. Nonostante le differenze, ha osservato mons. Follo, tutti si riconoscono “in profondità nell’esperienza fondamentale della condizione umana: uomini e donne di ogni cultura devono confrontarsi con le stesse questioni della nascita e della morte, del lavoro, della malattia, dell’ingiustizia sociale, dell’ambiente, della salvaguardia del nostro pianeta”. L’esperienza religiosa – ad esempio nel buddismo, nell’islam e nell’induismo – è spesso legata alle culture, mentre a suo avviso “il cristianesimo non s’identifica ad una cultura particolare, nonostante una parte della sua storia sia stata legata all’Occidente”.

“Bisogna anche riconoscere – ha affermato -, che le religioni sono sfortunatamente state, in numerosi casi, fattori di violenza nella storia dell’umanità, e questa situazione rischia di ripetersi sotto nuove forme”. Ma è necessario sottolineare quanto esse abbiano “contribuito e possano ancora contribuire alla coesione sociale, alla riconciliazione e alla pace”. Mons.Follo porta alcuni esempi positivi di tolleranza e rispetto reciproco parlando dell’imperatore buddista Asoka nel III sec. A.C., del principe musulmano Akbar nel XVI sec. e del Concilio Vaticano II. Senza “sottostimare le divergenze di fondo tra le religioni del mondo – ha precisato -, le stesse possono portare un contributo maggiore” con “scambi culturali che, senza nascondere le divergenze, siano al servizio della giustizia e della pace”. “Ne va del futuro dell’umanità – ha concluso -: quali che siano le differenze, tutti gli uomini formano una sola famiglia, e questa famiglia ha la vocazione di vivere nell’unità e nella pace”.

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