Mondo

Santa Sede: mons. Auza all’Onu, «Oltre deterrenza nucleare per pace duratura»

L'intervento dell'arcivescovo Bernardito Auza, nunzio apostolico, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni unite, nel corso del dibattito generale del Primo Comitato generale delle Nazioni unite.

La necessità di andare oltre «la politica di deterrenza nucleare permanente» che «mette a repentaglio il processo di disarmo nucleare e la non proliferazione», e l’invito ad impegnarsi per «l‘instaurazione di una pace duratura, fondata sulla fiducia reciproca, piuttosto che uno stato di mera non-belligeranza fondata sulla logica della distruzione reciproca».

Ad esprimerli, in vista della nona Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (Npt) è stato l’arcivescovo Bernardito Auza, nunzio apostolico, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni unite, nel corso del dibattito generale del Primo Comitato generale delle Nazioni unite (New York, 14 ottobre 2014). Nell’intervento diffuso ieri dalla Sala stampa vaticana, mons. Auza ha rilanciato l’esortazione della Santa Sede a tutti gli Stati «a firmare e / o ratificare il Ctbt (Comprehensive Nuclear Test Ban Treaty) senza indugio, perché si tratta di un elemento fondamentale del disarmo nucleare e del regime di non proliferazione internazionale».

Mons. Auza ha quindi richiamato il forte sostegno di Papa Francesco alla «rapida adozione di misure che portino all’eliminazione delle armi di distruzione di massa e alla riduzione della dipendenza a livello mondiale dalla forza delle armi nella gestione degli affari internazionali».

Il Pontefice, parola di mons. Auza, auspica la «non proliferazione delle armi e il disarmo di tutte le parti, a cominciare dal disarmo nucleare e chimico». Pur riconoscendo i progressi in materia di eliminazione delle armi chimiche, il diplomatico vaticano ha rilevato che notizie «dell’uso continuato di armi chimiche, compreso il gas cloro» chiamano «la comunità internazionale a raddoppiare gli sforzi» per eliminarle una volta per tutte.

«La terza conferenza sull’‘impatto umanitario delle armi nucleari, che si terrà a dicembre a Vienna», ha aggiunto il presule, «è un lucido richiamo della profonda frustrazione della comunità internazionale per la mancanza di rapidi progressi sul disarmo nucleare, e delle conseguenze inumane e immorali dell’uso di armi di distruzione di massa». La delegazione vaticana ritiene inoltre che «l’istituzione di zone franche da armi di distruzione di massa» dimostrerebbe «che possiamo davvero andare verso un accordo universale» per eliminarle tutte. Nonostante i progressi compiuti per ridurre l’uso delle armi convenzionali, il loro flusso «continua ad esacerbare i conflitti in tutto il mondo». In generale, la precisazione conclusiva di mons. Auza, «il nostro più grande obiettivo» è quello di «un mondo meno dipendente l‘uso della forza».