Vita Chiesa

Santa Sede: messaggio a indù per festa Deepavali, «promuoviamo la speranza tra le famiglie»

È la famiglia il filo conduttore del testo, a partire dal riconoscimento che «una sana società dipende dai legami familiari», ma «oggi la nozione stessa di famiglia è minata da un clima di relativismo», nonché «la vita familiare è turbata spesso da gravi realtà come le guerre, la povertà e le migrazioni». Però non manca una «rinnovata speranza grazie alla testimonianza» di quanti «credono nel perdurare dell’importanza del matrimonio e della vita familiare per il bene di ogni persona e della società nel suo insieme». Il Pontificio Consiglio, nel messaggio, propone «una riflessione su come noi, cristiani e indù insieme, possiamo promuovere la speranza nelle famiglie e umanizzare sempre più la nostra società». Da qui l’invito a «educare alla speranza» e che «i genitori, insieme con la più ampia comunità, inculchino nei figli il senso della speranza, orientandoli verso un futuro migliore e nel perseguimento del bene, anche di fronte alle avversità». «Una siffatta educazione alla speranza – prosegue il testo – incoraggia gli stessi giovani a mettersi a disposizione degli altri che sono nel bisogno, in carità e servizio, e divenire una luce per quelli che sono nell’oscurità». In altri termini, le famiglie – chiede il testo citando il Papa – siano un «laboratorio di speranza», «dove i figli imparano dall’esempio dei loro genitori e familiari, e fanno esperienza della potenza della speranza nel consolidare le relazioni umane, servendo i più dimenticati della società e superando le ingiustizie di oggi». «Come cristiani e indù – conclude il messaggio –, uniamoci a tutte le persone di buona volontà nel sostenere il matrimonio e la vita familiare, guidando le famiglie a essere scuole di speranza».