«La comunità internazionale ha bisogno di uno strumento legale forte, credibile ed efficace, in grado di regolamentare e migliorare la trasparenza del commercio delle armi convenzionali e delle munizioni, così come del commercio delle tecnologie e delle licenze per la loro produzione»: è la richiesta della Santa Sede, espressa all’Onu dall’Osservatore permanente della Santa Sede mons. Francis A.Chullikatt, in un intervento sul traffico delle armi alla IV sessione del Comitato preparatorio per la Conferenza dell’Onu sul trattato sul commercio delle armi, in corso a New York. La Santa Sede ha detto mons. Chullikatt condivide con altri Stati e con vari attori della comunità internazionale il fatto che il principale obiettivo del Trattato dovrebbe essere non solo quello di regolamentare il commercio delle armi convenzionali, ma anche e soprattutto quello di disarmare’ il mercato illecito internazionale delle stesse. Un commercio delle armi non regolamentato e non trasparente a causa dell’assenza a livello internazionale di sistemi efficaci di monitoraggio ha ricordato – causa una serie di conseguenze umanitarie: lo sviluppo umano integrale viene rallentato, il rischio di conflitti e di instabilità aumenta, i processi di pace è messo in pericolo e il diffondersi di una cultura di violenza e di criminalità viene facilitata.Mons. Chullikatt ha ricordato che le armi non possono essere assimilate agli altri beni scambiati sul mercato mondiale o interno. Per garantire tutto ciò la Santa Sede chiede, tra l’altro, che il campo di applicazione del trattato sia ampio e comprenda non solo le sette tipologie di armi considerate dal Registro Onu delle armi convenzionali, ma anche le armi leggere e di piccolo calibro e le relative munizioni, le quali hanno spesso maggiore facilità ad entrare nel mercato illecito delle armi, dando luogo a seri problemi umanitari. La Santa Sede ha concluso – è convinta che il Trattato sul commercio delle armi possa fornire un importante contributo alla promozione di una vera cultura della pace attraverso una responsabile cooperazione tra gli Stati, in partenariato con l’industria delle armi e in solidarietà con la società civile. In questa prospettiva, gli attuali sforzi per un trattato forte ed efficace potrebbero rappresentare un segnale significativo circa il volere politico delle nazioni e dei Governi di assicurare pace, giustizia, stabilità e prosperità nel mondo. (Sir)