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Santa Sede: 20 punti d’azione per il Global Compact su migranti e rifugiati

(da New York) Il Vaticano offre 20 punti d’azione per la stesura del Global Compact, l’accordo sui migranti e sui rifugiati che verrà adottato dalle Nazioni Unite nel 2018. 

Raggruppati sotto quattro verbi – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – i suggerimenti della Santa Sede si propongono come una guida teorico-pratica ai responsabili politici e a tutti coloro che sono interessati a migliorare la situazione dei migranti, dei rifugiati, dei richiedenti asilo e degli sfollati più vulnerabili.

Il piano è stato preparato dalla Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale che, prima di stendere il documento ha consultato varie Conferenze episcopali e diverse Ong cattoliche che operano nel campo. Approvati da papa Francesco, i 20 punti condensano le migliori pratiche adottate dalla Chiesa cattolica in risposta ai bisogni di migranti e rifugiati in tutto il mondo e, pur non esaurendo l’insegnamento della Chiesa a riguardo forniscono considerazioni e prospettive che possono essere utilizzate per sviluppare il dialogo dei cattolici con i propri governi per orientare la loro posizione nei confronti del Global Compact.

Alcuni dei punti del documento vaticano riguardano ad esempio l’istituzione di canali sicuri, legali e organizzati per migranti e rifugiati al fine di proteggere le loro vite e si suggerisce ai governi di evitare espulsioni arbitrarie e di massa che non tengano conto delle situazioni personali, come ad esempio i ricongiungimenti familiari o le situazioni di guerra dei Paesi di provenienza. Particolare attenzione viene chiesta per i rimpatri anche volontari, perché siano adeguatamente supportati e non aggravino situazioni già critiche. C’è poi tutta una sessione dedicata ai diritti e alla dignità dei rifugiati e dei migranti dove viene evidenziato il loro apporto sociale positivo se incanalato secondo leggi giuste che ne impediscano lo sfruttamento ma al contrario valorizzino le loro capacità e le loro conoscenze.

Un’attenzione particolare poi è riservata ai minori, i più vulnerabili per i quali il Vaticano richiama la Convenzione dei diritti del bambino e suggerisce politiche che ne garantiscano l’effettiva tutela. Un’ampia panoramica è quella sull’integrazione e la solidarietà, dove in vari punti si illustrano soluzioni che possano facilitare i rapporti con le comunità ospitanti, ma anche l’accesso all’istruzione e al mercato del lavoro. Il documento completo si trova sul sito della Missione permanente della Santa Sede presso l’Onu.

La Conferenza intergovernativa che, dal 4 al 6 dicembre, si è tenuta a Puerto Vallarta, in Messico per preparare l’adozione del Global Compact, l’accordo sui migranti firmato all’Onu nel settembre 2016, si è aperta con un videomessaggio di papa Francesco. Il Santo Padre ha invitato tutti i presenti «ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare» i migranti e i rifugiati con una risposta comune e globale che tenga conto della complessità dei fenomeni migratori. E riferendosi in particolare al Global Compact ha chiesto a chi vi lavora di essere ispirato nella sua approvazione da «compassione, lungimiranza e coraggio». Il messaggio video sarà reso pubblico tra qualche giorno ed è il contributo parallelo che Francesco vuole dare al lavoro sui migranti portato avanti dalle Nazioni Unite. L’appuntamento messicano puntava infatti a raccogliere i risultati delle consultazioni avvenute in tutti gli Stati che avevano aderito alla cosiddetta «Dichiarazione di New York».

Il Rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per la migrazione internazionale, Louise Arbor, ha voluto sottolineare che «una cooperazione globale aiuterebbe a capitalizzare i benefici della migrazione internazionale» perché accanto alle sfide dei cambiamenti demografici e ambientali, alla povertà e ai conflitti, «la mobilità umana può offrire immensi benefici, come la promessa di uno sviluppo più sostenibile, più in sintonia con le esigenze del mercato del lavoro internazionale e un miglioramento degli standard lavorativi».

Scopo del Global Compact infatti è una migrazione sicura, ordinata e regolare che tenga conto anche dei flussi misti «dove ci sono migranti non idonei alla protezione umanitaria e che richiedono comunque strategie di assistenza a lungo termine». I negoziati per l’adozione di una politica comune sui migranti non sono facili e lo ha ribadito anche il presidente dell’assemblea generale, Miroslav Lajčák, che sta puntando alle «posizioni comuni forti», tra cui il riconoscimento che l’attuale risposta alla migrazione internazionale non è sostenibile e che «l’Onu è l’unico forum in cui questa nuova risposta può essere formulata senza che questo comporti una diminuzione della sovranità dello Stato, che determinerà comunque le proprie politiche migratorie».

Nel gennaio 2018 il segretario generale sulle migrazioni presenterà un primo rapporto, a cui seguiranno mesi di negoziati, prima dell’adozione definitiva dell’accordo che dovrebbe avvenire in Marocco alla fine del prossimo anno.