Sono Alessandra, una catechista della parrocchia di Santa Maria delle Grazie ad Arezzo guidata da padre Mario Marchinu. Insieme ad un’altra catechista, stiamo percorrendo il cammino dell’ iniziazione cristiana con i bambini di seconda e terza elementare, cercando di coinvolgere anche le loro famiglie. Desideriamo raccontarvi una nostra esperienza.Nella nostra parrocchia, i gruppi di catechismo animano, a turno una serata della Novena di Natale, quindi anche noi ci siamo preparati a vivere questo momento con la comunità parrocchiale.Abbiamo proposto di realizzare un presepe utilizzando materiali di recupero: il presepe sarebbe stato allestito simbolicamente durante la celebrazione, dando voce ai personaggi più significativi. Ed ecco che genitori, nonni, zii, fratelli e sorelle si sono adoperati, in ben due incontri di laboratorio, per creare i vari personaggi insieme ai bambini, dimostrando entusiasmo, creatività e disponibilità davvero apprezzabili e realizzando un lavoro originale e di grande effetto.La sera del nostro intervento, ci siamo dati appuntamento in anticipo sull’orario per gli ultimi ritocchi; quindi abbiamo cenato tutti insieme e, dopo esserci scambiati gli auguri, ci siamo recati in chiesa per condividere con la comunità il nostro piccolo ma significativo percorso.Avreste dovuto vedere come erano felici ed orgogliosi i nostri ragazzi, ma anche i loro familiari, nel presentare il presepe realizzato tutti insieme!Ma soprattutto, c’era la consapevolezza di aver vissuto un momento di catechesi un po’ diverso, in cui le competenze dei genitori e dei familiari a «narrare la fede ai figli» sono state valorizzate in modo semplice, ma autentico.Questa esperienza ci ha fatto riflettere su come, talvolta, siamo noi catechisti a non credere alla possibilità di realizzare dei momenti comuni di crescita spirituale tra i ragazzi ed i loro familiari.Uno dei nostri principali compiti di catechisti è quello di essere «facilitatori» di un incontro tra generazioni, che costituisce una modalità nuova cui la Chiesa guarda con favore allorché immagina e promuove nuove forme di iniziazione cristiana. Insomma, una esperienza da ripetere con entusiasmo anche nei prossimi anni e da sperimentare anche in altre comunità. E’ solo una proposta ma che almeno a Santa Maria delle Grazie ha raggiunto un interessante traguardo forse inaspettato.AlessandraMagnanensi