Cultura & Società

Santa Maria del Fiore,«Gli anni della Cupola»

L’intera storia della costruzione della cupola del Brunelleschi, rivelata in ogni suo aspetto, è ora disponibile su Internet all’indirizzo www.operaduomo.firenze.it/cupola grazie a 21 mila documenti recuperati, raccolti e digitalizzati in 15 anni di lavoro e ricerca. Il progetto internazionale «Gli anni della Cupola» (1417-1436) è stato svolto a Firenze da un gruppo di studiosi diretti dalla storica dell’arte Margaret Haines per volontà dell’Opera del Duomo. Si tratta dell’edizione digitale testuale e fotografica di tutta la documentazione amministrativa, conservata nell’archivio storico dell’Opera di Santa Maria del Fiore per il periodo 1417-1436 durante il quale fu appunto progettata e costruita la cupola del Brunelleschi. Un lavoro scientifico che spalanca gli orizzonti della ricerca su una delle più belle opere architettoniche del mondo sulla cui costruzione molti esperti ancora si interrogano. Dai risultati del lavoro emergono alcuni importanti dati sulla sicurezza nel cantiere brunelleschiano come conferma la ricerca «Lavorare sulla Cupola: sicurezza e coraggio al tempo di Brunelleschi» svolta dalla stessa Haines.

«Sono particolarmente soddisfatta di presentare un progetto scientifico internazionale che pone la cupola del Brunelleschi e la cattedrale di Santa Maria del Fiore al centro di nuovi studi – ha detto Anna Mitrano, presidente dell’Opera del Duomo –. Un lavoro che sfruttando le più moderne tecnologie e un restauro virtuale dei codici alluvionati offre una cronaca minuto per minuto della vita amministrativa di uno dei più grandiosi cantieri rinascimentali. Una possibilità preziosa per gli storici di tutte le scienze che potranno rileggere e studiare la costruzione della cupola non solo tramite i grandi personaggi, come fatto fino ad oggi, ma svelare la storia corale della Firenze del ‘400. Voglio inoltre sottolineare, ha concluso la dottoressa Mitrano, la tenacia e la perseveranza con cui l’Opera ha accompagnato questi quindici anni di lavoro e ricerca degli studiosi con l’obiettivo di valorizzare e aprire una prospettiva futura sulla cattedrale fiorentina». L’Opera del Duomo con questo progetto ha posto quindi le basi per scoprire a pieno i segreti della Cupola del Brunelleschi e riscrivere una nuova storia della Firenze del XV secolo. Obiettivo del progetto offrire agli studiosi una completezza documentaria che possa far luce sui tanti aspetti scientifici e architettonici che rendono il monumento fiorentino ancora un enigma.

Restauro virtuale e collaborazioni internazionali L’archivio dell’Opera fu duramente colpito dall’alluvione del 1966. I volumi utilizzati da «Gli anni della cupola» tranne quattro, su trenta codici, furono tutti danneggiati tanto da comprometterne la leggibilità. Il «restauro virtuale» è stato reso possibile grazie alla collaborazione con L’Istituto per le scienze di restauro e conservazione Fachhochschule di Colonia. Altra fondamentale collaborazione quella con il Max Planck per la Storia della Scienza di Berlino, che ha accolto «Gli anni della Cupola» tra i progetti tutelati dall’Istituto per la salvaguardia degli archivi digitali d’interesse scientifico e la loro diffusione in Internet. I dati raccolti nel sistema DBT (banca dati testuale), sviluppato inizialmente dall’Istituto di linguistica computazionale del Cnr a Pisa vennero tradotti nel 1998 in XML, il più comune linguaggio aperto per il trattamento dei testi, allo scopo di assicurare la loro stabilità per future generazioni di programmatori, e il contenuto testuale ed analitico della banca dati fu versato in un vasto sistema di rappresentazioni HTML idonee alla diffusione in Internet. Dal primo approdo nel 2001 con 5 mila documenti l’edizione è cresciuta, fino agli oltre 21.000 atti che compongono il progetto compiuto per le fonti amministrative dell’archivio dell’Opera messo online nel giugno del 2009. Come funziona la banca dati digitaleL’unità base dell’archivio (www.operaduomo.firenze.it/cupola) è il singolo documento o atto, trascritto per intero secondo criteri filologici e disponibile per ricerche dirette sul testo. Una serie di strumenti analitici facilitano la ricerca dei singoli documenti all’interno del corpus documentario: indici articolati di nomi, luoghi e istituzioni interrogabili in più modalità; analisi del contenuto per soggetti in categorie progressive, dove i termini specifici incontrati nei testi vengono registrati e raggruppati in comodi glossari da sfogliare; strumenti di corredo quali le voci dei regesti, i rapporti tra le fonti e i riferimenti documentari e cronologici in esse contenuti. Gli indirizzi online del progetto sono www.operaduomo.firenze.it/cupola e duomo.mpiwg-berlin.mpg.de/home.html

L’ideazione e direzione del progetto «Gli anni della cupola» è di Margaret Haines con la collaborazione di Gabriella Battista. Alla redazione e all’analisi dei testi hanno partecipato Gabriella Battista, Rolf Bagemihl, Margaret Haines, Patrizia Salvadori, Lucia Sandri.

Notizie inedite e curiositàDa «Gli anni della Cupola» è possibile rintracciare notizie inedite che riguardano la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Ad esempio cercando il nome di Papa Eugenio IV si scopre che il pontefice è a Firenze per la consacrazione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore il 25 marzo 1436. Eugenio IV è accompagnato dal cardinale Giordano Orsini. Dal nostro archivio emerge un documento datato 30 aprile 1436 per il pagamento di un «pesciaiolo» fiorentino, Francesco di Domenico Buonafé, che aveva fornito all’Opera uno storione da 54 libbre da regalare al cardinale Orsini per il suo impegno profuso nella consacrazione della cattedrale. Dall’archivio digitale emergono anche numerosi soprannomi. Tra i più curiosi Scoiattolo e Allodola: Scoiattolo è un bambino che negli anni della costruzione della cupola aveva il compito di servire le maestranze alla cava di Trassinaia a Vincigliata. Il suo soprannome è citato in un documento del 14 marzo 1431. Un altro soprannome che appare assai spesso è quello di Allodola, Iacopo d’Ugolino, un messo che prestato in servizio come manovale stette a casa infermo per 6 giorni dopo aver ricevuto il risarcimento dall’Opera. Sicurezza e coraggio al tempo di BrunelleschiDai documenti disponibili su internet si scopre che nei 20 anni di progettazione e costruzione della cupola si sono contati solo 1 morto e 8 feriti. Dati assai significativi se si pensa alle dimensioni del cantiere nel quale furono impegnati in modo continuativo circa 50 maestranze. Accanto alla direzione di Filippo Brunelleschi, 4 supervisori, detti «Operai» per la loro cura dell’Opera, scelti tra i notabili di Firenze che sotto la committenza dell’Arte della Lana, controllarono l’edificazione di una delle più complesse costruzioni del Rinascimento. Emerge dunque l’immagine di un cantiere gestito in maniera manageriale, dall’organizzazione del lavoro, alle regole sulla sicurezza, dalla provenienza e la qualità dei materiali alla logistica. Un cantiere eccezionalmente sicuro e flessibile. Da notare che gli stessi «Operai» più volte parteciparono alla revisione del programma della costruzione soprattutto in relazione all’attenzione per l’incolumità delle maestranze con il proseguimento sempre più vertiginoso delle volte della cupola sopra il secondo andito. Un documento datato 1426 recita «e da lato della volta dentro si ponga per parapetti assi che coprano la veduta ai maestri per più loro sicurtà». Si tratta di un’impalcatura sospesa interna con parete lignea innalzata per schermare la vista verso il vuoto. La più frequente causa di infortunio fu comunque non la caduta dall’alto dei manovali, ma il loro ferimento per la caduta di materiale dall’alto. Da notare inoltre che negli anni della costruzione l’Opera del Duomo ha assicurato assistenza piena alle maestranze garantendo loro paghe-malattia durante la convalescenza a seguito di incidenti sul lavoro.

Come sappiamo nei 20 anni di costruzione della cupola si sono registrati 9 incidenti sul lavoro uno dei quali mortali. Tutti i feriti che ne ebbero tra i 9 e i 29 giorni di cure tornarono a lavorare agli ordini di Brunelleschi eccetto uno Angiolo della Magna che ricevuti dei soldi per curarsi ai bagni non tornò più. A morire sul cantiere della cupola è un fiorentino Nencio di Chello a lui l’Opera pagò il funerale. Da notare ad esempio che nei codici più volte vengono riportati documenti relativi a prestiti in denaro per la dote di una figlia o di una sorella di componenti delle maestranze. Un cantiere che anche per queste caratteristiche non solo diventa un modello da esportare, viene infatti preso da esempio a Roma per la costruzione di San Pietro, ma spiega in parte l’esercito qualificato che il genio di Filippo Brunelleschi ebbe alle spalle nel costruire la cupola.

Dai documenti dell’archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore emergono notizie inedite anche sulla vita della Firenze del ‘400 si scopre ad esempio come la costruzione della cupola del Duomo sia strettamente legata alla vita della città. Da notare che questa antica usanza ha accompagnato gli anni della costruzione della cupola che è stata illuminata a cantiere allestito nei vari momenti di innalzamento del monumento. Inoltre, durante le ricorrenze religiose come la celebrazione di S. Giovanni Battista il 24 giugno e particolari momenti storici come la fine di una guerra, la cupola di Firenze veniva illuminata nella notte con «panelli», delle torce di stoppa intrise di grasso animale che venivano incendiate. Un’antica tradizione simile oggi ai nostri fuochi d’artificio che per la sua pericolosità era affidata alle maestranze dell’Opera. Il loro posizionamento e l’accensione dei «panelli» era affidato a squadre formate ad hoc e pagate una tantum. Dall’archivio digitale è possibile rintracciare un documento datato 7 luglio 1422 che si riferisce al pagamento da parte dell’Opera ad un pizzicagnolo fiorentino, Maso d’Antonio, di 208 libbre di panelli utilizzati sulla Cupola. Sono solo alcuni dei risultati del lavoro che emergono dalla raccolta e dalla trascrizione dei documenti dell’archivio dell’Opera.

Da «Gli anni della Cupola» è possibile rintracciare notizie inedite che riguardano la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Ad esempio cercando il nome di Papa Eugenio IV si scopre che il pontefice è a Firenze per la consacrazione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore il 25 marzo 1436. Eugenio IV è accompagnato dal cardinale Giordano Orsini. Dal nostro archivio emerge un documento datato 30 aprile 1436 per il pagamento di un «pesciaiolo» fiorentino, Francesco di Domenico Buonafé, che aveva fornito all’Opera uno storione da 54 libbre da regalare al cardinale Orsini per il suo impegno profuso nella consacrazione della cattedrale.

Il cuore della città: la cattedrale (di FRANCO CARDINI)