Arte & Mostre

Santa Croce, un restauro che racconta la Firenze cosmopolita dell’Ottocento

 Nella cappella Castellani è stato condotto un delicato intervento di recupero estetico sul monumento funebre a Michal Kleophas Oginski (Varsavia, 1765), patriota, diplomatico e compositore dalla vita avventurosa.  

Il restauro è stato sostenuto da Inner Wheel Firenze Medicea, in stretta collaborazione con l’Opera di Santa Croce.  Lo hanno presentato la presidente dell’Opera di Santa Croce, Cristina Acidini con la presidente del Club Inner Wheel Firenze Medicea, Maria Grazie Giudizi.  A raccontare i particolari dell’intervento la conservatrice dell’Opera, Eleonora Mazzocchi, e la restauratrice, Paola Rosa. Presenti anche numerose socie del club.

Fu la seconda moglie dell’esule polacco, la cantante italiana Maria Neri, a commissionare allo scultore Francesco Pozzi, discepolo di Canova, il monumento funebre (in un primo momento Oginski era stato sepolto a Santa Maria Novella).

 “L’allegoria dell’Amore coniugale, rappresentata mentre teneramente tocca la spalla dell’amato, è toccante e testimonia l’avvenuto passaggio al linguaggio Romantico – ha messo in evidenza Acidini – A Inner Wheel Firenze Medicea va la profonda gratitudine dell’Opera di Santa Croce: questo recupero ha un significativo valore legato alla memoria e alla storia, oltre che all’arte”.

Inner Wheel Club Firenze Medicea, attraverso il contributo a numerosi restauri – diversi proprio ai monumenti della Cappella Castellani – accompagna l’Opera di Santa Croce nella sua missione di tutela e salvaguardia sin dal 1998. “Siamo fiere di questa collaborazione che ci ha consentito di intervenire per il recupero di numerose opere, questa ultima in particolare permette di riscoprire un personaggio come Michal Kleophas Oginski che ha combattuto per l’indipendenza del suo popolo, un valore più che mai attuale oggi “, ha sottolineato la presidente Giudizi

Figura politicamente controversa, Oginski prese parte all’insurrezione di Kościuszko nel 1794 e continuò poi all’estero l’azione politica per l’indipendenza della Polonia. A Firenze giunse per la prima volta nel 1808 e vi rimase per quasi due anni: in questo periodo prese a frequentare il salotto della contessa D’Albany, brillante e fascinosa compagna di Vittorio Alfieri e venne ritratto dal pittore Francois Xavier Fabre.  Rientrato poi per breve tempo in patria, dopo il congresso di Vienna, nel 1822, tornò a stabilirsi a Firenze, dove visse sino alla morte avvenuta nel 1833. Fu un apprezzato compositore e con le sue Polacche – la più famosa è quella in La minore n. 13 dal titolo Addio alla patria – ottenne una vasta popolarità in tutta Europa.

L’intervento di restauro ha avuto come obiettivo principale il recupero estetico dell’opera e della cromia originale del marmo, attraverso la progressiva rimozione dell’abbondante deposito di polvere associata, in parte, a sostanze di natura grassa e cerosa, sicuramente applicate in pregressi interventi di manutenzione. Nonostante l’opera sia stata oggetto di interventi di pulitura successivi all’alluvione del 1966, nella parte inferiore del basamento – dove si trova lo stemma della famiglia Oginski, – erano presenti anche i segni lasciati dalle acque.