Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Sansepolcro piange don Derno Marconcini.

Giovedì 9 giugno è morto don Derno Marconcini, parroco in solidum della parrocchia del Sacro Cuore di Sansepolcro (nella foto sopra, assieme ad un gruppo calcistico parrocchiale).Era nato a Micciano il 10 aprile del 1937 e dopo aver frequentato gli studi nel seminario regionale di Firenze, fu ordinato sacerdote il 29 giugno del 1964. Divenne subito parroco di Misciano, incarico che mantenne fino al 1985, e viceparroco al Sacro Cuore di Sansepolcro, incarico questo, mantenuto fino al 2005.Appena ordinato sacerdote e fino al maggio del 2011 divenne responsabile della Casa Villa Serena di Sansepolcro e poi aiuto Cancelliere della Curia di Sansepolcro, incarico mantenuto anche quando le diocesi di Arezzo e Sansepolcro sono state unite. È stato anche Assistente Spirituale degli scout della Valtiberina e insegnante di religione nelle scuole elementari di Sansepolcro.Da circa un anno, a causa della salute malferma, si era ritirato a vita privata; i nipoti lo hanno assistito in maniera esemplare e disinteressata.Questo il ricordo di un suo parrocchiano:

Don Derno insieme a don Luigi Boninsegni, il titolare, era parroco della mia parrocchia, il Sacro Cuore. Era un anno che non lo rivedevo. Lo vidi, l’ultima volta, in occasione della festa patronale della parrocchia nel giugno 2010. Allora era ancora parzialmente autonomo ed assistito dalla nipote faceva qualche passo. Era tanto contento di essere alla festa e di stare assieme ai suoi vecchi parrocchiani. Infatti, per l’aggravarsi del Parkinson, da qualche mese aveva lasciato le incombenze pastorali e si era ritirato nella casa natale alla Motina, presso la sorella. Aveva però conservato quel suo modo festoso e familiare di accogliere e di servire. Se don Luigi era più “Maria”, don Derno era più “Marta” ed una “Marta” meno ansiosa e preoccupata dell’esemplare evangelico. Io ho un buon ricordo di lui e credo che molti altri lo abbiano perché si aveva sentore, quando si stava con lui che era una persona buona. Ora lo vedevo là, pallido e consunto, nel feretro, lui che aveva sempre un volto pieno e rubicondo, ma a quel volto muto io, nel cuore, ho detto: grazie; un affettuoso grazie che voglio estendere alla sorella Lucia che lo ha amorosamente accompagnato durante il suo ministero e lungo la sua.