Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Sansepolcro festeggia domenica 21 il Volto Santo.

Sansepolcro si prepara alla Festa del Volto Santo nella solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo che vede svolgersi, nella Concattedrale biturgense davanti all’altare del Volto Santo, il triduo di preparazione, con l’Adorazione eucaristica alla quale segue la recita del Rosario e la celebrazione della Messa. Domenica 21 novembre tutte le Messe saranno celebrate nella Concattedrale. La celebrazione solenne delle 18 sarà presieduta dall’arcivescovo Riccardo Fontana. In quella occasione la comunità cristiana di Sansepolcro e tutta la città festeggeranno il vicario generale, monsignor Giovacchino Dallara, nel 50° della sua ordinazione sacerdotale.In occasione della festa del Volto Santo che si terrà a Sansepolcro domenica 21 novembre, vogliamo ricordare il significato e la storia di quell’opera d’arte unica al mondo, che verrà vestita di un abito color porpora e di una corona, quella di Cristo Re, custoditi nel Museo Civico di Sansepolcro.Il Volto Santo risale al IX secolo. La scultura, secondo una tradizione locale, sarebbe stata di proprietà dei Cattani, feudatari longobardi, che lo avrebbero devoluto nel 1146 alla Pieve fuori le mura (conosciuta come «Pieve Vecchia»), da dove, poi, fu trasferita nella pieve di Santa Maria, poi intitolata a Sant’Agostino nel XVIII secolo e nella quale, nel 1343, esisteva una confraternita detta delle Laudi del Volto Santo. Qui l’opera è documentata dal 1336. Nel 1770 fu traslata nella Cattedrale di Sansepolcro quando iniziarono i lavori di restauro dell’antica Pieve. Dal 1934 al 1943 il Volto Santo è stato spostato dall’altare maggiore alla cappella terminale della navata sinistra del Duomo, appositamente costruita per iniziativa del vescovo Pompeo Ghezzi.Il Volto Santo di Sansepolcro è alto 2,70 metri, mentre l’apertura delle braccia arriva ai 290 centimetri. Scolpito in noce, in un unico blocco, la statua lignea è stata più volte al centro di contese critiche. Infatti, da sempre, lo si è ritenuto una replica del venerato Volto di Lucca. Pensieri negati dai documenti ritrovati nel 2002 che attestano una maggiore antichità di quello valtiberino.Dal punto di vista iconografico è un esemplare di Cristo tunicato: quasi un incontro tra l’iconografia del Crocifisso e del Cristo pantocratore. Il Signore è raffigurato ancora vivo e il centro dell’opera è lo sguardo. Il rapporto tra il fedele e il volto del Figlio di Dio è testimoniato da una frase di sant’Ambrogio: «Non v’è dubbio che Pietro riebbe la grazia della conversione per mezzo del Santo Volto, perché coloro che Gesù riguarda sono sempre salvati».Il restauro, terminato nel 1989, ha favorito una migliore conoscenza della scultura che conserva una stupenda policromia del XII secolo. L’analisi del carbonio 14 hanno attestato che il legno risale a un arco di tempo tra il 670 e l’845. Ma questa può essere la data in cui l’albero è stato tagliato: dunque la critica tende a far risalire il nucleo ligneo all’epoca carolingia, facendone il più antico superstite della classe di Crocifissi che tradizionalmente si considerano derivati dal Volto Santo di Lucca. Il Volto Santo di Sansepolcro è stato riprodotto nelle croci pettorali dei vescovi Giacomo Babini, nel 1987, Gualtiero Bassetti, nel 1998, e Riccardo Fontana, nel 2009, e una sua riproduzione è stata donata al patriarca latino di Gerusalemme da una delegazione della diocesi nel gennaio 2010. Margherita Tizzi