Sansepolcro celebra Francesco del Borgo, illustre architetto e umanista nato nella cittadina biturgense nel XV secolo. Presso le logge di Palazzo delle Laudi, infatti, si terrà sabato 16 aprile l’inaugurazione della lapide dedicata a Francesco del Cera, detto Francesco del Borgo. L’evento è promosso dall’associazione pro-loco «Vivere a Borgo Sansepolcro», in collaborazione con il comune biturgense. Presso la sala del Consiglio Comunale, alle 17, Antonella Brizzi, presidente dell’associazione culturale, illustrerà l’iniziativa. Seguirà l’intervento di James R. Banker, emerito professore di storia presso l’Università della Carolina del Nord, negli Stati Uniti. Il professor Banker ha dedicato molti studi a Piero della Francesca e proprio grazie a queste ricerche si è imbattuto nella figura di Francesco del Borgo: «galeotto» sarebbe stato un manoscritto sull’«Ottica» di Euclide. Scoperto dal professore americano presso la biblioteca Riccardiana di Firenze, il manoscritto, studiato anche dal suo più famoso conterraneo, sarebbe da attribuire originariamente a Francesco del Borgo.Al termine del convegno, ci sarà l’inaugurazione della lapide sotto le logge di Palazzo delle Laudi. Nonostante le poche notizie biografiche e la scarsità di documentazione, possiamo dire che fu una delle figure più importanti nell’attività edificatoria romana nei decenni centrali del XV secolo. Francesco del Borgo nacque a Sansepolcro nel 1415. La sua opera subì l’influsso di Leon Battista Alberti di cui condivise l’interesse per l’architettura antica e la formazione più umanistica che artistica, fu anch’esso, e nello stesso periodo, al servizio della curia romana. Fu infatti scriptor apostolicus di Pio II e contabile della tesoreria di Niccolò V. Si avvicinò all’architettura probabilmente per le sue mansioni contabili di responsabile di vari cantieri papali in Campidoglio ed in Vaticano. Dopo la morte di Niccolò fu sospettato di abusi contabili e brevemente incarcerato prima di essere riammesso nei ranghi dell’amministrazione.Progettò per papa Pio II, dal 1460 la loggia per le benedizioni di San Pietro, rimasta incompiuta e per papa Paolo II, dal 1467, la loggia in facciata di San Marco. Nella realizzazione di tali logge, vennero riutilizzati elementi costruttivi in travertino prelevati da monumenti antichi, probabilmente il Colosseo a cui si riferisce anche il disegno architettonico caratterizzato da archi inquadrati entro ordini sovrapposti gerarchicamente. Questo motivo che caratterizzerà l’opera romana di Bramante, trovò nell’opera di Francesco del Borgo una delle prime applicazioni. La storiografia recente a lui attribuisce un ruolo importante nell’ammodernamento della basilica di Santa Maria Maggiore, nella realizzazione dell’edicola e dell’Oratorio di Sant’Andrea a Ponte Milvio e nella progettazione di Palazzo Venezia ed in particolare per il cortile con la sua articolazione molto classicheggiante.Manifestò interesse per gli studi matematici come il suo conterraneo Piero della Francesca con cui si incontrò sicuramente a Roma durante il soggiorno dell’artista per eseguire affreschi in Vaticano e nella basilica di Santa Maria Maggiore. Insomma, un altro grande della terra del Tevere. Di Eleonora Corgiolu