Toscana
Sanità toscana/8: Pitigliano, scontro sulla cruna dell’ago
di Simone Pitossi
C’è un ospedale dove i medici somministrano medicinali omeopatici. C’è un ospedale dove i pazienti vengono curati con l’agopuntura. C’è un ospedale dove tra qualche tempo sarà possibile usufruire di servizi quali la fitoterapia l’impiego terapeutico delle piante e discipline bio naturali come yoga, shiatsu e suono-terapia. Dove si trova? Nel sud della Toscana. E, tra l’altro, è il primo ospedale di medicina integrata nato in Italia. Si tratta del «Petruccioli» di Pitigliano che dal febbraio scorso ha aperto le porte a queste nuove forme di terapie. Ovviamente, nessuna imposizione. L’offerta sanitaria integrata sarà di libera scelta per i cittadini che vorranno avvalersene, sia in corsia che nei servizi ambulatoriali. Tutto ciò fa parte di un progetto voluto dalla Regione Toscana a partire dal 2008 e realizzato in collaborazione con la Asl 9 di Grosseto.
Questa novità è salita agli onori della cronaca per una dura polemica innescata dal farmacologo Silvio Garattini, direttore dell’istituto «Mario Negri» di Milano, una delle punte di diamante della ricerca farmacologica in Italia. Garattini in un intervista rilasciata al settimanale «Oggi» ha posto alcuni dubbi prima di tutto scientifici: «La vera medicina cerca di passare dalle impressioni alle prove, per evitare che i malati vengano trattati senza la ragionevole sicurezza di ricevere interventi che indurranno un giovamento» invece l’«altra medicina» è «completamente senza prove». Inoltre, sui farmaci alternativi «non v’è nessun controllo: sono stati messi in commercio solo con una notifica e non c’è obbligo di presentare alcuna documentazione che ne garantisca l’efficacia». Poi la critica passa sul piano economico. «Mentre i prezzi dei farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale sono frutto di negoziazioni contesta il farmacologo i prodotti omeopatici e fitoterapici hanno facoltà di fissare il prezzo che si vuole». Nessuno, secondo Garattini, contesta il diritto «dei cittadini a essere liberi nella scelta o nel rifiuto delle terapie» ma «se si accettasse il principio per cui bisogna accontentare i desideri di tutti si chiede in modo provocatorio perché non dare spazio in ospedale anche a maghi e guaritori, nei quali una parte del pubblico ripone grande fiducia?». Infine, secondo il farmacologo, questa china è pericolosa perché costituisce un «attentato a un bene prezioso: il Sistema sanitario nazionale, la cui sostenibilità nel tempo è proprio legata al rimborso dei trattamenti basati sull’evidenza».
La risposta a Garattini non si è fatta attendere. La dottoressa Simonetta Bernardini, responsabile del progetto sanitario del Centro ospedaliero di medicina integrata di Pitigliano, ha replicato dicendo che «Garattini dovrebbe sapere che ospedali e cliniche universitarie che erogano prestazioni di medicina complementare a fianco della medicina classica sono presenti in tutto il mondo, in oriente e in occidente. Lo scopo di Pitigliano, peraltro, è proprio quello di avviare sperimentazioni utili a misurare l’efficacia di queste medicine in termini di miglioramento della qualità della vita e di miglioramento della salute dei cittadini, particolarmente di quelli affetti da malattie croniche, cosiddette proprio perchè inguaribili con la sola medicina convenzionale. Garattini dovrebbe essere solidale con chi si adopera per migliorare la ricerca scientifica». Sulla vicenda non poteva non intervenire anche la Regione Toscana, per bocca dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia. «Quasi stento a credere ha detto che uno studioso e uomo di scienza come Garattini possa lanciarsi in simili affermazioni, senza la dovuta attenzione e senza neppure informarsi troppo». E poi ha sottolineato: «Questo non c’entra niente con maghi e fattucchiere, un accostamento che ritengo offensivo; agopuntura, omeopatia e fitoterapia sono state riconosciute medicine complementari sulla scorta delle definizioni date dalla stessa comunità scientifica. E noi lo abbiamo fatto con una legge, la n. 9 del 2007».
La questione è approdata anche sui banchi del Consiglio regionale. Il consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai, vicepresidente della Commissione Sanità, in una lettera formale all’assessore Scaramuccia chiede spiegazioni sulle «sperimentazioni a go go nella sanità toscana». «È un universo tutto da scandagliare osserva Mugnai se si pensa che del pacchetto-sperimentazioni fanno parte ad esempio, in forma ormai cronica, anche le Società della Salute. Ma poi ci sono i progetti legati agli assegni per i care givers, ovvero per chi accudisce i malati di Sla: qui ad esempio si è elargito per 18 mesi un assegno di assistenza che poi è scomparso. Perché? Con che criterio? Ancora, è attiva a Pontedera la sperimentazione della pillola abortiva RU486. Ora arriva quella delle medicine alternative nell’ospedale dei Pitigliano». Per questo, conclude il consigliere regionale, «chiediamo alla Regione di fornirci il dettaglio di quelle in essere con relative spese».
Terapia a scelta. Nel centro l’omeopatia ed agopuntura vengono praticate insieme alla medicina tradizionale, sia in ambulatorio che per i pazienti ricoverati. Questi ultimi, in accordo con i medici ospedalieri che li hanno in carico, possono decidere se seguire solo la terapia tradizionale o integrarla con le medicine complementari, praticate sulla base di «un approccio interdisciplinare, diagnostico e terapeutico, finalizzato alla scelta terapeutica più appropriata ed efficace in termini di qualità della vita, benessere e salute», come sta scritto nel progetto costitutivo del centro.
Quali malattie. Ci si può rivolgere alla struttura di Pitigliano per il trattamento di malattie reumatiche croniche, per gli esiti di traumi e di ictus, per la riabilitazione ortopedica e neurologica, per la cura della psoriasi e per le dermatiti allergiche, per l’asma e l’insufficienza respiratoria, per le patologie gastrointestinali, per contenere gli effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia in oncologia e nella terapia del dolore cronico e nelle cure palliative. La visita specialistica può essere prenotata direttamente dal cittadino, anche senza richiesta medica, attraverso il sistema di prenotazione Cup (Centro Unico di Prenotazione)
La legislazione. Una legge regionale (la n. 9 del 2007) garantisce il principio della libertà di scelta terapeutica del paziente e la libertà di cura del medico, e tutela l’esercizio delle medicine complementari. In particolare, la legge riconosce omeopatia, agopuntura e fitoterapia come parte integrante del Servizio sanitario regionale. In base alla legge, gli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, dei veterinari e dei farmacisti istituiscono elenchi di professionisti che esercitano le medicine complementari e rilasciano una specifica certificazione sul possesso dei requisiti. La legge istituisce anche una commissione per la formazione nelle medicine complementari.
Le precedenti puntate
Sanità toscana/1: Il problema? Non i soldi ma i comportamenti
2-3: Tempi troppo lunghi per il Pronto soccorso
4: Troppi dirigenti e pochi infermieri
5: I segreti dell’Ospedale del Cuore
6: Bilanci Asl, a rischio l’intero sistema