Toscana

Sanità toscana/7: Il sistema è in confusione, serve una politica nuova

di Marcello TrabalziniCentro Studi Socio Sanitari

Sono ancora accesi i fari sui bilanci «allegri» di alcune Aziende Sanitarie che giornalmente trovano la ribalta sui giornali esternazioni, interviste dichiarazioni, Forum, ecc., che tanto smarrimento producono nell’opinione pubblica generando un’ingiustificata sfiducia nel sistema sanitario pubblico della Toscana. I dati statistici peraltro lo confermano: il ricorso alle strutture private da parte dei cittadini toscani è intorno al 40% mentre la media italiana si attesta vicino al 32%. Purtroppo anche le morti evitabili per atti medici sanitari in genere, stanno aumentando in modo preoccupante. Anche il grido d’allarme che a più riprese sta lanciando l’Anaao – Assomed Toscana (sindacato più rappresentativo fra i medici ospedalieri), che nei nostri ospedali stanno già mancando alcuni specialisti e quelli presenti stanno invecchiando, sono ormai vicino ai cinquanta anni, ed i turn-over bloccati. Sono segnali preoccupanti che a mio avviso no trovano adeguata attenzione in chi deve dettare la politica sanitaria in questa Regione.

Ad un anno dall’insediamento del nuovo assessore non è ancora comprensibile con quali mezzi e con quale organizzazione si intenda far fronte alle carenze strutturali del sistema dei servizi e dei presidi che oramai è sotto gli occhi di tutti.

Non basta affermare che il fondo sanitario è insufficiente per mettere a posto la coscienza!

La capacità di un amministratore rifulge solo se detta e conduce la linea per superare le criticità, e non dal numero di inaugurazioni e con relativo taglio di nastri che riesce a compiere.

Non si confonda la cortesia e la pazienza fin qui dimostrata, dai cittadini toscani per assuefazione o peggio ancora per condivisione.

È necessaria una Politica Sanitaria Regionale nuova, che partendo dalle esperienze acquisite si riesca a separare ciò che funziona dagli orpelli inutili e dannosi. In altre parole, l’organizzazione che non ha funzionato va ripensata fino a rimodulare nuovi modelli strutturali.L’Assessore deve inoltre riappropriarsi autorevolmente del coordinamento regionale per impedire che ciascun Direttore Generale di Azienda possa esternare soluzioni più o meno condivisibili se non inquadrate in una strategia complessiva regionale.

Sta passando un messaggio a mio avviso sbagliato che il problema dei problemi sia quello di costruire nuovi ospedali. Nel periodo moderno in cui viviamo e dai segnali che provengono dall’O.M.S. il tempo di ricovero si va sempre più contraendo limitandolo al solo periodo dell’«Acuzie». Semmai il problema si verifica dopo il ricovero, quando il paziente è dichiarato dimissibile, ma non ancora guarito, e non trova strutture intermedie a più basso contenuto di cura in cui potersi ristabilire senza far carico ai soli familiari. Le aziende Sanitarie non possono nemmeno diventare Agenzie immobiliari e finanziarie.

La compra–vendita di immobili dovrebbe essere condotta direttamente dall’Assessorato che è l’unico Ente ad avere un quadro d’insieme capace di valutare se la vendita o l’acquisto di immobili rientra o meno nelle strategie di sviluppo armonico che deve coinvolgere in maniera paritaria ogni Azienda Sanitaria. Risulta quanto mai azzardato annunciare pubblicamente e con grande clamore come ha fatto l’Asl di Firenze l’intenzione di piani di investimento ad alto contenuto economico e finanziario quando sono coinvolti altri Enti (Consiglio di Quartiere, Comune e Regione), la cui espressione di parere non ancora manifestata, è vincolante per il buon fine di ogni realizzazione.

Inoltre, prima ancora di immaginare il nuovo Ospedale, sarebbe opportuno che l’Azienda ospedaliera di Careggi con i suoi organi direzionali si confrontasse con l’Azienda 10 di Firenze per stabilire chi fa e che cosa.

Ciò se non altro per ottimizzare i percorsi ospedalieri e per evitare inutili doppioni che certamente non produrrebbero disservizi per gli utenti, ma significativi risparmi, ben accetti in periodi come questo, di evidenti ristrettezze economiche e finanziarie.

Da cittadino di Firenze, mi piacerebbe consigliare a quella Direzione così vogliosa ad investire , in quell’Ospedale rimodernato da poco tempo che vorrebbe rifare di nuovo, di attivare da subito quelle stupende camere per un totale di 30 p.l. già tutte attrezzate e funzionanti, che qualsiasi motivazione non giustifica la loro inagibilità ormai da molti mesi.

Ed infine, visto le cospicue risorse di cui potrebbe disporre quella Direzione , di ricordarsi  di onorare la messa a disposizione delle quote sanitarie per il ricovero nelle strutture residenziali per le patologie invalidanti la cui inadempienza sta mettendo in crisi esistenziale centinaia di famiglie fiorentine.