Italia
Sanità, quasi 6000 medici in fuga dalle scuole di specializzazione. Anaao-Assomed: “Rischio desertificazione”
Prima in questa classifica è la medicina d’urgenza, che vede il 61% dei contratti statali di specializzazione non assegnati o abbandonati (in totale ben 1144), ma anche microbiologia e virologia (78,3%, -191), patologia e biochimica clinica (70%, -388), Radioterapia (67,7%, -222). Anestesia e rianimazione, pur avendo una percentuale relativamente bassa di non assegnati o abbondonati (21%) ha un numero molto alto di specializzandi che fuggono: 688.
Sul fronte opposto ci solo dermatologia e venereologia (solo lo 0,4% dei contratti non assegnati o abbandonati), oftalmologia (1,4%), chirurgia plastica (2,2%), malattie dell’apparato digerente (2,7%) e pediatria (2,7%).
Un contratto non assegnato è quello non scelto da nessuno in sede concorsuale; un contratto abbandonato è invece quello assegnato ma che ha visto il medico cambiare la specializzazione dopo un nuovo concorso.
“La medicina – dichiara il segretario nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio – sta diventando un affare selettivo, in cui le specialità più colpite e sotto pressione durante la pandemia da Covid-19, le specialità gravate da maggiori oneri e minori onori sono in caduta libera, non hanno più appeal. Non è un problema di medici, ma di medici specialisti ed è un problema che avrà ripercussioni inevitabili sul futuro di un sistema di cure sempre più in crisi”.
In media 1 specializzando su 5 (19% dei contratti) non viene assegnato o viene perso durante il percorso di specializzazione, “attesta la sostanziale e ormai cronica programmazione alterata e dicotomica che si ripercuote sull’attuale erogazione non ottimale dei servizi sanitari”. L’assenza di programmazione e l’assenza di investimenti sul professionista, per Di Silverio, “produce effetti devastanti rischiando di desertificate alcune branche ed essere in deficit in altre”.
“Un risultato che dovrebbe far comprendere quanto sia urgente investire sui professionisti e per rendere appetibile una professione che oggi non affascina più. Il medico ha perso la sua identità sociale ancor prima che professionale relegato a mero prestatore di opera alla stregua di un venditore di prodotto, il Paziente si è trasformato in un cliente. Occorre un cambio immediato di passo e di paradigma con investimenti extracontrattuali e legislativi che riconsegnino la sanità ai professionisti. Retribuzioni adeguate, depenalizzazione dell’atto medico, aumento delle assunzioni ed eliminazione del tetto di spesa al personale che agisce ancora oggi come una tagliola su regioni e aziende foraggiando il lavoro a cottimo. Occorre integrare e dare ruolo agli specializzandi – conclude Di Silverio, segretario nazionale di Anaao-Assomed -, vera forza propulsiva di un sistema vecchio e stanco. Accoglierli negli ospedali con un vero contratto, con diritti e doveri precisi e chiari, al fine di permettere loro una formazione adeguata e prospettive professionali reali, è l’unica strada, la strada maestra. Continueremo a batterci perchè questo avvenga, con tutte le forze in tutti i modi”.