Toscana
Sanità: nuovo blocco operatorio dell’Ospedale del Cuore di Massa. Sale all’avanguardia per la cardiochirurgia
Il maestro Bocelli, unico artista italiano ad esibirsi nel parco di Windsor per l’incoronazione di Carlo III d’Inghilterra, accompagnato dalla moglie Veronica Berti Bocelli e dall’amico Simone Sorbo, cardiologo di Monasterio, ha onorato l’Ospedale del Cuore della sua presenza.
La cerimonia di inaugurazione si è svolta simbolicamente nella piazzola elicotteri: di fronte, il nuovo blocco operatorio e alle spalle Casa Bocelli, la foresteria per l’accoglienza dei genitori dei piccoli pazienti, realizzata proprio grazie al contributo della famiglia del celebre artista.
La piazzola, trasformata per l’occasione in un suggestivo teatro all’aperto vista mare, ha accolto gli ospiti: all’Ospedale del Cuore per il taglio del nastro il mondo delle istituzioni, della ricerca e della scienza.
Con la Fondazione Monasterio, nel giorno dell’inaugurazione, anche il campione del mondo di calcio 1982, Marco Tardelli, presidente della Fondazione Luigi Donato per Monasterio. Hanno portato i loro saluti il prefetto di Massa Carrara, Guido Aprea, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, l’assessore regionale al Diritto alla Salute e alla Sanità, Simone Bezzini, il presidente della Provincia di Massa Carrara, Gianni Lorenzetti, e il sindaco di Massa, Francesco Persiani. Presente anche il vescovo fra Mario Vaccari. Ha affiancato la Fondazione Monasterio, in un giorno così tanto importante, il professor Fabio Recchia, direttore dell’Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa.
Con il taglio del nastro, Fondazione Monasterio non solo inaugura il nuovo blocco operatorio, ma dà sostanza ad un percorso, già in essere da anni, di valorizzazione della risorsa umana e del potenziale tecnologico. Si tratta del più grande investimento dalla nascita dell’Opa, il progenitore dell’Ospedale del Cuore: il nuovo blocco sostituisce, infatti, le attuali sale di cardiochirurgia, in funzione dagli anni ’90.
La realizzazione di 3 nuove sale operatorie di cardiochirurgia, 2 sale di emodinamica e 1 sala ibrida rientra in un più ampio piano di riqualificazione edilizia e funzionale dell’Ospedale, con il trasferimento delle aree a maggiore intensità di cura in spazi nuovi e il conseguente efficientamento dei percorsi assistenziali. Nell’ambito di quel piano, sono stati progettati e realizzati due nuovi volumi destinati ad ospitare blocco operatorio e sale di emodinamica. La realizzazione di nuove volumetrie ha evitato di intervenire con opere di riqualificazione, complesse ed onerose, nelle sale attuali, consentendo così il prosieguo dell’attività chirurgica e cardiologica anche a cantiere aperto, mantenendo inalterati i livelli di accoglienza, cura e ricerca.
Le tecnologie all’avanguardia, di cui le nuove sale sono dotate, favoriranno l’ulteriore sviluppo delle attività di innovazione e ricerca applicate alla cardiochirurgia e alla cardiologia interventistica, rafforzando così il legame tra Ricerca e Cura che contraddistingue la Fondazione Monasterio fin dalla sua nascita.
Il nuovo edificio, realizzato con una spesa di circa 17,7 milioni di euro, finanziati da Regione e Fondazione Monasterio, ha una superficie complessiva di 3.149 metri quadrati, di cui 1.759 occupati dal blocco operatorio e dalle sale di emodinamica e oltre 1.390 da locali tecnici. Le sale operatorie possono ospitare neonati, pazienti pediatrici e adulti.
Nelle sale di cardiochirurgia il paziente può essere trattato sia con tecniche chirurgiche tradizionali, sia con metodologie di cardiochirurgia mininvasiva che consentono di intervenire sul cuore attraverso piccole incisioni sul torace. Tecniche, queste, in cui Fondazione Monasterio si è affermata come riferimento a livello internazionale.
Le sale di emodinamica sono destinate alla cardiologia interventistica: il cuore viene curato senza aprire il torace, ma con l’utilizzo di cateteri che, attraverso piccoli fori, vengono inseriti nei vasi sanguigni fino a raggiungere il punto in cui intervenire. E’ in queste sale che vengono trattati prevalentemente pazienti con infarto acuto e ischemia.
La sala ibrida, quella più innovativa nell’organizzazione degli spazi e nelle dotazioni, ha le tecnologie per consentire al cardiochirurgo e all’emodinamista di lavorare insieme, consolidando così la leadership di Monasterio nelle tecniche di cardiologia strutturale per il trattamento percutaneo delle patologie valvolari. La sala ibrida, quasi 100 metri quadrati, consente – e qui sta l’altra sua grande potenzialità – la fusion imaging, ossia la sovrapposizione di immagini ecografiche e angiografiche ricostruendo così sia l’anatomia, sia i flussi sanguigni del cuore.
Tutte le immagini disponibili in sala possono, inoltre, essere trasmesse a distanza, in diretta, permettendo a medici, in qualsiasi parte del mondo, di seguire l’intervento in corso all’Ospedale del Cuore e studiare il caso clinico. Una possibilità fondamentale per la divulgazione e la formazione, anche nell’ambito dei numerosi progetti di cooperazione internazionale cui Monasterio aderisce. Alta tecnologia, quindi, ma anche attenzione al benessere psicofisico di pazienti e operatori con vetrate vista mare, immagini delle Apuane e di fondali del Mar Tirreno.