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SANITA’: MONS. BETORI, MANCA PIENO RICONOSCIMENTO DELLE STRUTTURE CATTOLICHE

 “I mutamenti dello scenario economico e le riforme legislative successive al 1978 hanno portato le strutture sanitarie cattoliche a una situazione di crisi economica”. Esse godono di “fiducia e apprezzamento da parte dei cittadini”, ma “questo non si traduce nel pieno riconoscimento della loro funzione pubblica e delle conseguenti indennità da parte delle Regioni”. A rilevarlo mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, intervenuto questo pomeriggio all’Università Cattolica di Roma all’apertura del convegno su “Il no-profit nell’assistenza ospedaliera in Italia”, promosso dalla Cei-Ufficio nazionale per la pastorale della sanità in collaborazione con il suddetto ateneo, l’Aris (Associazione religiosa istituti socio sanitari) e la Luiss. Per mons. Betori, “è importante” riaffermare “i meriti dell’ospedalità di matrice ecclesiale” che ha “dato un contributo assai rilevante, sia culturale sia operativo, all’affermazione del diritto alla salute per tutti”, sancito dalla Costituzione, ma “effettivamente tradotto in pratica” solo “30 anni dopo” con la legge 833/78 istitutiva del Servizio sanitario nazionale. “Questo passaggio – ha sottolineato il presule – ha visto e vede tuttora in prima linea il mondo della sanità cattolica con ospedali, centri di riabilitazione, lungodegenze, strutture di eccellenza, non come mondo a sé, come realtà privata, ma come complesso di istituzioni che se ne nate dal cuore della Chiesa si pongono però nell’ottica del servizio pubblico, della destinazione a tutti”. Richiamando il recente “apprezzamento dei vescovi per le strutture sanitarie cattoliche” e la loro preoccupazione per “la scottante attualità del tema della salute e dell’assistenza sanitaria, ambiti molto delicati della vita umana”, il segretario generale della Cei ha riaffermato “la necessità di farsi carico di queste situazioni”, ricordando che “ogni soluzione concreta sottende una visione più complessiva della persona e della società, in cui occorre dare concretamente spazio al principio di sussidiarietà”. “Rispetto del primato della persona e della sua inalienabile dignità e promozione di forme di sussidiarietà sociale – ha concluso mons. Betori – sono criteri basilari per l’agire delle istituzioni in questo campo”.Sir