Toscana

Sanità: Marroni, più assistenza sul territorio, in ospedale solo se necessario

Cambiamento, qualità, equità: sono le parole chiave che sostengono la riorganizzazione dell’intero sistema sanitario toscano presentato stamani dall’assessore regionale Luigi Marroni. Questa piccola rivoluzione poggia le basi sul potenziamento delle attività territoriali con un maggiore ruolo dei medici di medicina generale. In secondo luogo, la creazione di circa 600 posti letto per cure intermedie che porteranno alla diminuzione del ricorso all’ospedalizzazione. La conseguenza sarà un taglio dei posti letto – circa 1500/2000 – a fronte di un loro utilizzo più razionale e al potenziamento dell’attività di assistenza domiciliare, al riordino dei servizi ospedalieri a parità di prestazioni. Poi ci sarà anche una razionalizzazione della rete dei laboratori con maggiore accuratezza nella prescrizione degli esami clinici. Infine una riduzione da 12 a 3 delle centrali operative del 118.

E’ questo il senso della delibera che approva le «Linee di indirizzo alle aziende sanitarie ed alle Aree Vaste per il riordino del sistema sanitario regionale», varata ieri dalla giunta regionale. Al riordino la Giunta toscana dedicherà circa 42 milioni di euro e al termine del processo la stima prospettata dall’assessore è di ottenere un risparmio di risorse per circa 200 milioni.

Tutte le azioni previste dalla delibera saranno attuate con una tempistica molto serrata, in ambito di Regione, Area Vasta, Azienda sanitaria (la competenza è diversa a seconda delle diverse azioni). «La maggior parte delle misure – osserva Marroni – dovranno essere messe in atto entro 3 mesi, altre entro 6, altre ancora entro un anno. Una sola misura, l’unificazione dei sistemi informatici, di competenza di Regione ed Estav, prevede un tempo più lungo, 15 mesi».

«Saranno quindi i medici di famiglia – continua – a svolgere, attraverso le diverse forme organizzative un ruolo di coordinamento dei professionisti coinvolti nel percorso di cura». Il modello di presidio territoriale che possa ospitare i professionisti in forma integrata e nel quale possa svilupparsi appieno la sanità di iniziativa si identifica con le forme di AFT (Associazioni funzionali territoriali), UCCP (Unità complesse di cure primarie), Case della Salute, Distretti sociosanitari integrati. Queste forme di aggregazione dovrebbero permettere un’assistenza sul territorio dalle 8 alle 24 con il contributo di specialisti e esami strumentali. Nella delibera, si prevede di potenziare l’ADI (assistenza domiciliare integrata) del 10% e la distribuzione diretta dei farmaci del 20%. Di ridurre la prescrizione di diagnostica per immagini del 5%. E di estendere la sanità di iniziativa all’80% della popolazione.

Speculare al potenziamento dell’assistenza sul territorio è la riorganizzazione della rete ospedaliera, ispirata a maggior equità, qualità, appropriatezza ed efficienza. Gli obiettivi? «Migliorare l’efficienza di funzionamento degli ospedali toscani e aumentarne l’appropriatezza di utilizzo – spiega Marroni -. Insomma, in ospedale quando è necessario, nel posto giusto e per il tempo necessario, con qualità presente ovunque». Il tasso di occupazione dei posti letto dovrà essere uguale o superiore all’85% e il rapporto dovrà essere ridotto dagli attuali 3,7 per 1000 abitanti a 3,15. Anche il tasso di ospedalizzazione dovrà ridursi dagli attuali 139 ricoveri per 1000 abitanti, allineandosi all’obiettivo di 120.

Per quanto riguarda i punti nascita, come previsto dalla legge nazionale, secondo l’assessore i parti dovranno concentrarsi in strutture dove si effettuano almeno 500 parti l’anno: salvo eccezioni in base alla collocazione geografica, in particolare l’insularità, per cui verranno adottate particolari soluzioni organizzative. «Per questo – continua Marroni – saranno possibili alcune eccezioni: ma i punti nascita sotto quella soglia non saranno più indipendenti ma costituiranno una sede distaccata di punti nascita maggiori con personale presente a rotazione. Rimane poi l’obiettivo nazionale dei 1.000 parti l’anno dal 2014».

L’emergenza urgenza è un capitolo fondamentale nel riordino del sistema sanitario regionale. La novità più rilevante sarà la Centrale unica 118 di Area Vasta: dalle attuali 12, una per ogni Asl, le centrali operative dell’emergenza urgenza passeranno a 3, una per ciascuna Area Vasta: Centro, Nord Ovest, Sud Est. «Ma sarà riorganizzata – sottolinea l’assessore – anche l’intera rete territoriale dell’emergenza urgenza e sarà standardizzato il servizio regionale di elisoccorso».

Il progetto di riorganizzazione dei servizi di Medicina di laboratorio «dovrebbe permettere di conseguire vantaggi sul piano organizzativo ed economico, migliorare la qualità delle prestazioni, rendere omogenee le tecnologie e i processi di lavoro». Il primo passo, secondo Marroni, è il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva: «Fare gli esami giusti: scegliere i test in grado di modificare la condotta clinico/diagnostico/terapeutica; fare gli esami nel modo migliore: selezionare le metodiche e i sistemi analitici più idonei; fare gli esami al momento giusto; fare gli esami a chi ne ha bisogno».

C’è poi il capitolo del riordino degli enti. «Il sistema delle Asl toscane – spiega l’assessore – comprende 21 enti e ci stiamo domandando se questo numero è adeguato. E’ una struttura ottima che forse negli anni ha però bisogno di un alleggerimento ma oggi è prematuro dire come e dove. Non sono riforme da fare a cuor leggero e non bisogna solo guardare al numero di Aziende ma anche al sistema organizzativo e come queste lavorano».

«Senza un pensiero di cambiamento – ha concluso Marroni – sarebbe difficile costruire accettabili condizioni di equilibrio tra diritti e risorse, medicina e sanità, modelli e organizzazioni, domanda e offerta, conoscenze e prassi. Senza un pensiero di cambiamento, il diritto alla salute non ha futuro».