Lettere in redazione
Sanità, il fallimento dell’«intramoenia»
E’ stato approvato dalla maggioranza dei senatori un emendamento al decreto sull’emergenza sanitaria, secondo il quale ogni medico potrà scegliere di anno in anno, se prestare la propria opera esclusivamente per il servizio sanitario compresa la libera professione, la cosiddetta intramoenia, oppure se svolgere l’attività privata al di fuori del servizio pubblico. È grave che le autorità politiche continuino a legittimare un’attività a pagamento in concorrenza al servizio sanitario pubblico. Dati nazionali hanno ormai reso palese che le attività libero professionali, all’interno delle strutture pubbliche, non hanno raggiunto gli obiettivi per i quali erano state regolamentate ed autorizzate. In particolare non hanno ridotto le liste d’attesa; gli introiti, inoltre, non hanno coperto le spese, anzi i costi hanno rappresentato un aggravio di spesa immotivata per le Aziende e per i cittadini. Infine non sono servite a calmierare le antiche visite private se ora, una visita, come capitato al sottoscritto, costa 160 Euro.
La notizia, indice di una mancanza di volontà a prendere in seria considerazione il diritto alla salute del cittadino e la reale possibilità di accedere ai servizi sanitari, senza dover attendere mesi o anni, o addirittura senza doversi indebitare, è sembrata passare inosservata alla grande stampa.