Toscana

Sanità. Abbattere le liste d’attesa si può: il caso della Aou Siena

Non è un miracolo, ma il prodotto di un’azione manageriale concretamente voluta, presentata oggi in commissione Sanità, nel salone del Consiglio regionale, dal direttore generale Valtere Giovannini. Nella lunghissima seduta di oggi il presidente della commissione, Stefano Scaramelli (Pd), ha chiamato a raccolta i dg delle Aou e di tutte le Asl, per tenere la loro relazione annuale. Per passare una visita cardiologica nel comprensorio senese, realtà da 120 mila abitanti, «quando sono arrivato servivano sei mesi di attesa.

Abbiamo fatto partire un progetto sulle liste, eravamo passati a tre mesi – racconta Giovannini -. A giugno non avevo più nessun cittadino in attesa se non per le visite di routine». Con una capacità di risposta da smaltire sempre entro la settimana della domanda degli utenti.

Il successo è frutto di due scelte precise: la separazione del canale d’accesso dei pazienti acuti da quelli cronici e un lavoro attento per implementare un adeguato numero di medici negli ambulatori. «L’errore era di considerare i bisogni dei cittadini in maniera indistinta – sottolinea -, davamo la stessa risposta a diverse necessità».

Si trattava anche di una cosa banale: «Facendo entrare dalla stessa porta dell’ambulatorio sia chi ha bisogno di una visita per verificare lo stato di salute, che è già in cura, e chi ha un problema acuto» si determinava in qualche modo un intoppo. Di fatto il paziente cronico imponeva il tempo di attesa a chi è affetto da un problema più immediato. La via d’uscita è stata la programmazione di almeno 80 visite settimanali per chi accede per la prima volta. Questo ha portato in pochi mesi a raccogliere un grande miglioramento nell’implementazione del servizio sanitario.

Giovannini riconosce, ad ogni modo, che progressi apprezzabili si riscontrano sulle liste d’attesa non solo a Siena, ma anche a Pisa, nella città di Firenze e in altre realtà della Toscana. Un altro fronte di innovazione significativo riguarda l’ospedale pediatrico Meyer. «La sfida che ci ha dato il legislatore toscano è di coordinare tutta la rete della pediatria anche degli altri ospedali – fa sapere il direttore generale, Alberto Zanobini -. I frutti sono importanti. Ci siamo concentrati sulle aree di miglioramento e sui prossimi obiettivi, un lavoro più stretto sulla pediatria di famiglia, sulla tecnologia della cartella pediatrica elettronica in modo che tutti i bambini toscani possano ovunque accedano avere tutti i dati sanitari».

Con la riunione con i direttori delle aziende sanitarie, sostiene Scaramelli, «stiamo cercando di effettuare a cadenza annuale una verifica itinerante di cosa abbiamo fatto con la riforma del 2015, per capire se produce o non produce gli effetti sperati». Così, prosegue, «deve essere fatta la politica sanitaria, la commissione deve poter verificare se quello che i cittadini chiedono corrisponde a quello che le Asl ci vengono a dire». I primi dati, precisa, «sono i dati positivi su molti investimenti, l’eccellenza delle aziende universitarie e il rispetto dei tempi d’attesa, la correttezza delle prescrizioni mediche e farmacologiche. Stiamo valutando in maniera positiva il lavoro delle direzioni generali». In questo momento, «è stato fatto bene, su alcune criticità dobbiamo migliorare, perché ad esempio quella delle liste d’attesa è una sfida da vincere per tutte le specialità».