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SANITA’, A FIRENZE CONFERENZA SULLO SCREENING DEL CANCRO ALLA PROSTATA

Oltre 50 tra società scientifiche e associazioni discuteranno a Firenze il 29 ottobre prossimo (Auditorium Al Duomo, via Cerretani 54r, dalle ore 11.45) un documento sullo screening del cancro della prostata. Il documento è stato prodotto da un gruppo di professionisti esperti su incarico dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS), che ha sede presso l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO) di Firenze.Questa “conferenza di consenso” ha una grande importanza dal punto di vista della sanità pubblica. Il tumore della prostata è diventato infatti il primo tumore per frequenza in Italia. A livello nazionale colpisce più di 40.000 persone all’anno (il 18,5% di tutti i tumori) e causa quasi 7.500 morti. Questo risultato è dovuto alla introduzione al vastissimo uso (molto spesso senza criterio) del test per la ricer ca dell’Antigene Prostatico Specifico (PSA) nella popolazione maschile. Tutto questo è avvenuto fino a oggi senza una dimostrazione di efficacia sull’utilità della diagnosi precoce.Due grandi studi randomizzati sull’efficacia dello screening con PSA sono stati condotti negli anni passati. Allo studio europeo (uno dei più grandi studi randomizzati mai condotti) ha partecipato come unico centro Italiano l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica, coordinatore il dottor Stefano Ciatto.Nel marzo scorso i trials hanno pubblicato i primi risultati: una riduzione di mortalità del 20% è stata osservata nello studio condotto in Europa (ERSPC), ma non in quello condotto negli Stati Uniti (PLCO), gravato da importanti limiti metodologici. Questi dati sono sufficienti per chiarire i risultati contraddittori dei numerosi studi osservazionali pubblicati negli anni precedenti? La dimostrazione che lo screening con PSA riduce la mortalità è sufficiente per raccomandarne l’uso come pratica individuale o come programma di sanità pubblica?La “conferenza di consenso” metterà a confronto opinioni e valutazioni, sulla base del documento elaborato. Tale documento propone che al momento attuale non siano proponibili programmi di screening per il carcinoma della prostata e che la persona che volesse comunque eseguire il test dovrebbe essere informato degli effetti collaterali negativi. Infatti sia il PLCO che ERSPC hanno confermato l’esistenza di una importante sovradiagnosi (48 casi sovradiagnosticati per una vita salvata), e quindi di un elevato sovratrattamento. Per giustificare l’uso di un test preventivo è necessario che esso induca più benefici che danni. Per capire se questo è il caso dello screening con PSA occorrerà attendere i risultati degli studi sulla qualità della vita d ei soggetti trattati e quelli del follow-up di ERSPC e PLCO. Per sviluppare il confronto è stato attivato anche un blog. (cs-Susanna Cressati)