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SANITA’: 1 TOSCANO SU 3 RISCHIA INFARTO,CAMPAGNA PREVENZIONE

Oltre ottocentomila toscani fumano, un milione e mezzo sono in sovrappeso o obesi, oltre un milione e trecentomila non praticano alcun tipo di attività fisica. Un toscano su tre è iperteso e uno su cinque ha il colesterolo elevato. Sono oltre 10.000 ogni anno le persone colpite da infarto in Toscana, ma di queste 2.800 muoiono prima del ricovero in ospedale. Una persona su tre è ad alto rischio infarto. Sono i dati, diffusi oggi in una conferenza stampa, raccolti nel corso della campagna educazionale ‘Difendiamo il cuore’, promossa in Toscana dall’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco). La mappa degli infarti, secondo l’indagine epidemiologica dell’Anmco, rivela che i più colpiti sono gli abitanti delle province della costa e del Nord-Ovest: a Massa, Lucca, Viareggio, Livorno e Grosseto. Più a basso rischio le province di Firenze, Siena, Empoli, Prato e Arezzo, dove il numero di infarti è anche del 20% inferiore rispetto alla media; nella media regionale Pisa e Pistoia. “Uno degli elementi che possono spiegare questo risultato – spiega Francesco Bovenzi, presidente regionale dell’ANMCO Toscana -, ancora in fase di valutazione, è forse l’età della popolazione. In aree del Nord-Ovest, ad esempio, esiste un indice di sopravvivenza molto alto e il numero di anziani potrebbe giustificare l’aumento relativo di infarti. Probabilmente però i risultati sono soprattutto specchio di una diversa incidenza dei fattori di rischio e della differente adesione ai percorsi diagnostico-terapeutici in ciascuna provincia”. In Toscana la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolari è particolarmente rilevante, seppur in linea con la media nazionale. Se infatti negli ultimi cinque anni l’abitudine al fumo si è costantemente ridotta, sono tuttora quasi mezzo milione gli uomini e oltre trecentocinquantamila le donne che fumano regolarmente. Non va meglio con i chili di troppo: un milione e mezzo di toscani lotta ogni giorno con la bilancia. Un altro problema – come ha segnalato il professor Gian Franco Gensini, direttore del dipartimento Cuore e vasi di Careggi – “é la scarsa continuità nell’osservanza della terapia per tenere sotto controllo i fattori di rischio: molti pazienti, soprattutto nella terapia preventiva, interrompono l’assunzione dei farmaci”. La formula per ridurre il numero di infarti è, secondo gli esperti, soprattutto la prevenzione. “Noi svolgiamo già un’importante funzione di sorveglianza – ha spiegato l’assessore alla Salute Enrico Rossi -, ma il rapporto con i medici di base che è fondamentale, deve essere ancora intensificato. Naturalmente, le persone devono sapere che corretti stili di vita, ovvero attività fisica e buona alimentazione, sono importanti quanto se non più, sul piano della prevenzione, dei farmaci”. (ANSA).