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San Valentino, protettore ed eroe per caso
Proteggerli dalla banalità e dal tran tran, dalle frasette dei cioccolatini, dalle strofe delle canzonette, dagli Stranamore e dai Grandi Fratelli. Proteggerli dai costruttori di falsi sogni e dai distruttori di sogni veri. Da chi ammazza il futuro annacquando il presente.
San Valentino, per questo compito titanico, quali competenze può vantare? Mah. L’impressione sia detto con rispetto è che gli sia capitato quello che capita a volte pure a noi: a proteggere gli innamorati c’è finito per caso. Se abbiamo compreso bene, prima è capitato nella casella del 14 febbraio; che nel Medioevo era il giorno in cui si credeva che gli uccellini nidificassero, un po’ come due sposini che mettono su casa; a quel punto il gioco era fatto e lui s’è ritrovato a proteggere gli innamorati. La sua fortuna è che i Valentini sono due, quindi possono darsi una mano.
Entrambi martiri, entrambi del III secolo, entrambi decapitati sulla via Flaminia a cinque anni di distanza l’uno dall’altro: il sospetto è che si tratti di un Valentino solo, ma che importa? Il martire è uno fedele, che non tradisce e va fino in fondo. Per gli innamorati, uno così va benissimo. Gli eroi più grandi sono sempre gli «eroi per caso». Sarà la stessa cosa per i protettori.