Pisa

San Valentino, la benedizione a fidanzati e sposi

In diocesi di Pisa ogni anno centinaia di persone si riuniscono col vescovo in cattedrale: un appuntamento che quest’anno si lega al Giubileo.

«San Valentino, nella tradizione popolare il santo degli innamorati, è l’occasione perfetta per riportare al centro il significato più profondo dell’amore: non solo emozione e sentimento, ma una scelta “per sempre”, rinnovata ogni giorno nonostante le difficoltà della vita, un dono reciproco che cresce nel tempo e un cammino di fede condiviso».
Ne sono convinti Vittorio e Marina Ricchiuto, direttori dell’Ufficio di pastorale della famiglia della diocesi di Pisa. Da tanti anni la Chiesa pisana celebra la festa di san Valentino con un momento particolare dedicato agli innamorati, la benedizione dei fidanzati in cattedrale. Un appuntamento che quest’anno diventa «Giubileo dei fidanzati e degli sposi».
Com’è nata quest’iniziativa?
«La benedizione dei fidanzati nella cattedrale di Pisa è una tradizione consolidata che l’ufficio di pastorale della famiglia di Pisa porta avanti da anni per offrire alle coppie un’opportunità di riflessione e preghiera sul loro cammino d’amore. L’idea alla base dell’iniziativa e dei percorsi di preparazione al matrimonio è quella di far riscoprire ai giovani il valore dell’amore cristiano e la bellezza del matrimonio come vocazione. L’amore autentico non è solo un momento di felicità, ma un atto di volontà consapevole, una vocazione che richiede impegno, fiducia e la capacità di superare insieme le prove, affidandosi alla grazia di Dio che sostiene e rinnova ogni relazione».
Come si svolge?
«La celebrazione si svolge ogni anno il 14 febbraio nella cattedrale di Pisa, con una veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo. Durante la celebrazione, i fidanzati ricevono una speciale benedizione, un segno tangibile della grazia di Dio che accompagna il loro cammino verso il matrimonio. La veglia non è un evento isolato, ma si inserisce all’interno di un percorso più ampio quello della preparazione al matrimonio, che coinvolge i fidanzati nelle parrocchie, nei vicariati e nelle unità pastorali. Questi percorsi non si limitano ad aspetti pratici o burocratici, ma sono occasioni preziose di formazione, condivisione e crescita nella fede. Gli incontri, guidati da sacerdoti, coppie di sposi e operatori pastorali, offrono spunti di riflessione sulla comunicazione nella coppia, il significato sacramentale del matrimonio, la gestione delle difficoltà e il valore della fedeltà e della fecondità.
In questo contesto, la benedizione del 14 febbraio assume un significato ancora più profondo: non è solo un gesto simbolico, ma una tappa di questo percorso di discernimento e crescita. È un momento in cui i fidanzati, insieme a tante altre coppie, possono affidare il loro cammino al Signore e ricevere una conferma del loro impegno a costruire un matrimonio fondato sull’amore cristiano.
Questa celebrazione annuale, quindi, non è solo un appuntamento romantico, ma una vera e propria “esperienza comunitaria”, in cui i fidanzati si sentono accolti, sostenuti e accompagnati dalla Chiesa e dal suo pastore nel loro cammino di preparazione alla vita coniugale. L’augurio è che questa benedizione non resti un ricordo isolato, ma diventi un segno concreto della presenza di Dio nella loro storia d’amore, una sorgente di grazia a cui attingere anche nei momenti di difficoltà, per rinnovare ogni giorno la loro promessa di amore fedele e duraturo».
Come viene diramato l’invito? Quali sono di solito le adesioni?
«L’invito alla benedizione viene diffuso attraverso diversi canali: il sito web e i social media della diocesi, le comunicazioni nelle parrocchie, nei gruppi di pastorale familiare e nei percorsi di preparazione al matrimonio. Negli anni, l’evento ha registrato una partecipazione sempre più numerosa: centinaia di coppie riempiono la cattedrale per ricevere questa benedizione speciale, segno che l’iniziativa è vissuta come un momento significativo nella vita dei fidanzati».
È un appuntamento che viene accolto in maniera gradita?
«L’accoglienza è sempre molto positiva, perché la celebrazione risponde a un’esigenza profonda: trovare uno spazio in cui riflettere sul proprio amore e sentirsi parte di una “comunità” più grande, che accompagna e sostiene le coppie nel loro percorso. La nota pastorale Discepoli dell’Amore del nostro arcivescovo Giovanni Paolo Benotto sottolinea proprio l’importanza di queste occasioni, ricordando come sia fondamentale proporre ai giovani un cammino che non si riduca a una preparazione tecnica al matrimonio, ma che li aiuti a riscoprire il senso profondo della loro scelta. La Chiesa, infatti, non vuole essere presente solo nel momento della celebrazione del matrimonio, ma desidera camminare accanto alle coppie fin dall’inizio, aiutandole a comprendere il valore della fedeltà, del perdono, della crescita reciproca. Per questo, eventi come la Benedizione dei fidanzati diventano occasioni preziose per rinnovare la consapevolezza che l’amore non è solo un’emozione, ma una vocazione da costruire giorno dopo giorno».
Quest’anno il san Valentino diventa «Giubileo dei fidanzati». Quali saranno le sottolineature particolari rispetto agli altri anni?
«Non solo giubileo dei fidanzati ma anche degli sposi! L’edizione 2025 sarà speciale perché inserita all’interno del programma giubilare della nostra diocesi in cui l’ordinario diventa straordinario. Questo darà alla celebrazione un valore ancora più profondo, richiamando le coppie a vivere il loro amore come un pellegrinaggio spirituale, un cammino di crescita e di affidamento alla grazia di Dio.
La celebrazione inizierà nel battistero, luogo del battesimo, che segna l’inizio della vita cristiana. Da lì, i fidanzati e gli sposi si incammineranno in processione verso la cattedrale, un gesto che richiama il cammino della vita matrimoniale, fatto di passi concreti, di fiducia e di speranza. Il cuore della liturgia sarà il Vangelo delle nozze di Cana (Gv 2,1-11), in cui Gesù compie il suo primo segno trasformando l’acqua in vino. Questo episodio diventa il filo conduttore della celebrazione. Come a Cana il vino della festa viene a mancare, così anche nelle relazioni possono esserci momenti di difficoltà, di fragilità. Ma il Signore interviene con la sua grazia, trasformando ciò che è povero e limitato in un amore rinnovato e pieno di vita! Papa Francesco, nel messaggio per il Giubileo, ha sottolineato che Dio non si limita a riempire le nostre mancanze, ma dona sempre in sovrabbondanza. L’amore umano, se vissuto nella prospettiva cristiana, non è mai qualcosa di statico, ma un cammino continuo di crescita e di rinnovamento, alimentato dalla grazia di Dio».