Pisa

SAN RANIERI PELLEGRINO

di Graziella Teta

Un popolo di fedeli: un’espressione comune e diffusa. Che cosa essa significhi davvero l’hanno potuto comprendere tutti coloro che domenica 19 settembre, ultima d’estate, illuminata dal sole, si sono ritrovati in piazza del Duomo. Il popolo di fedeli che è sopraggiunto, mutando la consueta scenografia del luogo, è quello di Barga e delle sue frazioni, adagiate sui colli tra la Versilia e la Garfagnana. Non l’intera popolazione, s’intende (circa diecimila abitanti), ma una nutrita rappresentanza del vicariato: oltre 250 persone, giunte con due pullman e numerose auto. Ad offrire una tangibile testimonianza di «popolo», c’erano proprio tutti: i sacerdoti (come monsignor Stefano Serafini, proposto di Barga, monsignor Ruggero Bencivenni, parroco di Castelvecchio Pascoli, don Antonio Pieraccini, arciprete di Fornaci di Barga, don Giancarlo Bucchianeri, parroco di Albiano di Barga), i diaconi (Luigi Moscardini di Barga, Marco Tomei di Fornaci), decine di famiglie, giovani e anziani, comprese le autorità locali, dal sindaco Marco Bonini al comandante dei vigili urbani Fabio Biagioni, quindi gli alpini, le associazioni di volontariato, i laici impegnati in qualche servizio in parrocchia, le corali, le compagnie (quelle del Sacro Cuore, di Sommocolonia, di Tiglio, di Catagnana) il gruppo di preghiera di padre Pio, l’arciconfraternita di Misericordia di Barga.Un popolo, appunto, che si è mosso per riaccompagnare a Pisa il busto in argento contenente la reliquia di San Ranieri, santo patrono principale della diocesi. I barghigiani l’hanno ospitata, e davanti ad essa hanno pregato e meditato, per otto giorni.Ed eccoli partecipare uniti alla celebrazione conclusiva – presieduta dall’Arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto – della «peregrinatio» vicariale della reliquia di San Ranieri. Sulla porta del Battistero li accoglie il vicario generale dell’arcidiocesi di Pisa, monsignor Enzo Lucchesini, arciprete del Capitolo metropolitano della Primaziale. Precisa che la celebrazione è aperta a tutti (infatti, non manca di attrarre turisti: alcuni giapponesi e tedeschi assistono in silenzio, libretto della liturgia e candeline in mano, pur senza comprendere una parola). “S’inizia qui in Battistero – spiega Lucchesini – per fare memoria del battesimo da cui comincia ogni cammino di santità; poi nel Camposanto monumentale, per riproporre anche nel nostro tempo l’esempio del santo penitente laico, quale contributo al risveglio della coscienza cristiana”. Quindi, la celebrazione eucaristica in Cattedrale. Oggi viviamo un bel momento di vita diocesana, commenta il prelato, mentre i ragazzi del catechismo del barghigiano portano il grande telo con l’immagine di San Ranieri (da loro realizzato con la guida dell’artista Giuseppe Di Giangirolamo): un «segno» di fede e devozione. Monsignor Giuliano Catarsi, cancelliere della Curia Arcivescovile, dà gli ultimi ritocchi all’organizzazione, mentre giungono gli altri 11 concelebranti (del capitolo della Primaziale, del vicariato del Lungomonte e Pontedera, dove prosegue il pellegrinaggio della reliquia di San Ranieri, e del vicariato di Barga).La liturgia in Battistero fa memoria dei testimoni, enumerando i santi e beati della chiesa pisana (San Ranieri, San Torpé, Santa Ubaldesca, Santa Bona, Beato Agnello da Pisa, Beato Giordano da Rivalto, Venerabile Giuseppe Toniolo e il Servo di Dio Ludovico Coccapani). Quindi, la memoria del battesimo e il rinnovo delle promesse battesimali, con il rito dell’aspersione dell’acqua benedetta e la professione di fede. Segue la processione verso il Camposanto: croce, ceri e il prezioso reliquiario di San Ranieri avanzano, seguiti dalla pletora di chierichetti e fedeli, dai ministri e dall’arcivescovo.Poi, sosta sotto il portico del Camposanto, davanti agli affreschi che raccontano la vita di San Ranieri, recentemente restaurati, con la «voce narrante» di Federico Meini che legge alcuni brani dalla biografia del santo del canonico Benincasa. Dalla conversione al viaggio in Terra Santa, dal ritorno a Pisa, segnato da miracoli e «segni», alla morte e funerali del 17 giugno 1160. 850 anni fa.Con la processione introitale in Cattedrale, il busto del santo è riportato nella sua cappella nel transetto. La concelebrazione eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo, è ben animata dalle corali (di Barga, Loppia, Tiglio, Sommocolonia, San Pietro in Campo-Catagnana e la schola cantorum di Fornaci) che si sono preparate per mesi per partecipare a questo evento.Nella sua omelia, l’arcivescovo Benotto ha espresso la «gioia di accogliere la realtà religiosa e civile di Barga. Insieme abbiamo compiuto, con San Ranieri, in questo anno giubilare a lui dedicato, un pellegrinaggio. Partendo dalla memoria del battesimo, che diventa pellegrinaggio della vita, siamo esortati ad esprimere ogni giorno il compito che il Signore ci ha assegnato. Abbiamo meditato davanti agli affreschi della vita di San Ranieri, non per fare memoria del passato ma per capire come poter, oggi, vivere la sua stessa esperienza di fede, rispondendo alla proposta alta ed esigente di Gesù e del suo Vangelo: è l’unica che – se realizzata – rende ogni persona pienamente felice di diventare quello che Dio ha voluto. È un percorso – ha aggiunto – che ha come guida la Parola». Quella che ha seguito fedelmente San Ranieri: «La sua radicalità di servizio e donazione al Signore nella povertà, rivelano come egli comprese che Dio vale più di ogni altra cosa: non è un impedimento alla vita, ma è Colui che dà senso al tutto. Dio è tutto. Lo è stato per Ranieri e lo è per noi oggi, cristiani del nostro tempo». Siamo dunque esortati a «mettere ordine nella nostra vita: Dio, persone, cose. Con Dio al culmine delle nostre esistenze, anche persone e cose acquistano pieno valore, nel disegno armonico che il Signore ha pensato per noi e per il mondo». Ranieri si è fidato di Dio, a lui si è affidato totalmente: dimostrando che «solo così la vita è piena, anche se mancano persone e cose, e vale essere vissuta. Dio al primo posto, e tutto il resto va al posto giusto», è la felice sintesi del pastore della chiesa pisana.La celebrazione si è conclusa con i ringraziamenti di monsignor Stefano Serafini all’Arcivescovo ed a tutti i barghigiani che hanno partecipato e contribuito a vivere al meglio questa «settimana con San Ranieri» (i fedeli che hanno partecipato alla «peregrinatio» e si sono confessati, possono lucrare l’indulgenza plenaria). Benotto ricambia, assicurando che il vicariato di Barga è vicino al suo pensiero e alla chiesa pisana, donando ai sacerdoti e al sindaco la medaglia che riproduce una formella quattrocentesca di San Ranieri (conservata nel Museo dell’Opera del Duomo). Ultimo atto, la recita comunitaria della preghiera di San Ranieri, poi il suo reliquiario è consegnato ai sacerdoti del vicariato di Lungomonte e Pontedera. Affinché anche qui, sull’esempio del santo, i fedeli possano «riscoprire la santità vera, da testimoniare nella vita di ogni giorno».