Arezzo - Cortona - Sansepolcro

San Michele, viaggio nella Parola.

Cosa si nasconde dietro il brano della Trasfigurazione? Quali sono i risvolti dietro l’attesa di un padre abbandonato dal figlio e che pure resta in allerta per riabbracciarlo? E cosa dietro quell’invito a lanciare il sasso contro l’adultera ma fatto in un modo che nessuno lo raccolga? O ancora tra le pieghe della Passione? È la nostra fede che trova la sua fonte nelle pagine del Vangelo. Tra quelle si muove il nuovo ciclo delle «Serate di San Michele», la serie di incontri dedicati proprio all’approfon-dimento della Parola e che stavolta punta il suo binocolo sulla Pasqua. Di mercoledì in mercoledì esperti della Bibbia prenderanno il brano della domenica successiva e ne trarranno le perle possibili. Un percorso che stavolta ha un avvio straordinario. Mercoledì 24 febbraio, nella prima serata del ciclo, alle 21.15, sarà l’arcivescovo Riccardo Fontana a tenere la Lectio divina. Sarà lui a inerpicarsi sulla montagna della Trasfigurazione. Sullo stile che lo ha già portato a condurre le meditazioni della novena della Madonna del Conforto. Ma anche sullo stile delle grandi diocesi italiane. Tanti ricordano ancora le meditazioni del cardinal Carlo Maria Martini al circolo San Fedele di Milano o spesso direttamente in Cattedrale, visto lo straordinario afflusso che questi momenti garantivano ogni volta. È uno dei motivi che ha fatto nascere ormai cinque anni fa queste serate di San Michele in una chiesa di Corso Italia ad Arezzo che da tempo non è più parrocchia e proprio per questo via via assume un volto che vuole essere diocesano sviluppando la sua piccola vocazione della Parola. Un’idea promossa dalla comunità del Sacro Cuore e dal Vicariato urbano. Lo stile è semplice. Un’invocazione allo Spirito all’inizio della serata, la lettura dei brani scelti, la Lectio divina e infine uno spazio di confronto. Ogni mercoledì di Quaresima, fino al 24 marzo, alle 21.15. Titolo del ciclo stavolta è «Questi è il figlio mio, ascoltatelo». È la Trasfigurazione che diventa un messaggio non solo agli apostoli presenti in quel momento, ma attraverso loro a tutti gli uomini. Un invito ad aprire le orecchie, che segue di poche ore l’invito dell’arcivescovo, lanciato per la festa della Madonna del Conforto, ad aprire gli occhi.