Cultura & Società
San Gimignano, il Fai apre al pubblico Torre e Casa Campatelli
Divenuta libero comune nel 1199, in concomitanza con una fase di grande espansione economica, nel corso del XIII secolo San Gimignano divenne sede di una ricca aristocrazia urbana, che espresse la propria affermazione politica e sociale attraverso la costruzione di quelle che diventeranno il simbolo della città: le torri. Ben settantadue esempi di tali elevate costruzioni coronavano infatti il borgo nel Trecento, mentre ai giorni nostri ne sono sopravvissuti solo quattordici e tra questi emerge la torre donata al FAI, l’unica il cui spazio interno è rimasto completamento vuoto e che stupisce quindi per la sua altezza.
Lydia Campatelli aveva due sogni: fare innamorare i turisti di questo borgo medievale, facendo conoscere più profondamente la sua storia millenaria, i suoi capolavori, il suo paesaggio, e tramandare ai posteri la storia della sua famiglia. Il FAI li ha realizzati entrambi, affidando a Casa Campatelli, che diventa così l’unica casa privata di San Gimignano regolarmente aperta al pubblico, il ruolo di un vero e proprio narratore, che offre al visitatore una conoscenza approfondita del borgo einvita alla scoperta di una tipica dimora borghese otto-novecentesca sangimignanese, al cui interno è conservato un patrimonio di arredo domestico, di costumi familiari, di collezionismo d’arte.
Il FAI per il restauro, la valorizzazione e l’apertura al pubblico di Torre e Casa Campatelli ha raccolto e investito 2.000.000 di euro.
Il restauro è stato preceduto e affiancato da un progetto di valorizzazione che ha ispirato gran parte degli allestimenti interni e la proposta di visita. La visita proposta dal FAI prevede due fasi distinte: nella prima, il pubblico viene guidato in un percorso multimediale che offre gli strumenti per conoscere e apprezzare San Gimignano e la sua storia, le sue campagne, i suoi personaggi e le vicende del palazzo e della famiglia Campatelli. Nella seconda parte invece il visitatore è libero di muoversi al piano nobile e di entrare nell’intimità di una famiglia, sfogliare album fotografici e lettere, soffermarsi su arredi e pitture senza barriere tra sé e gli oggetti, libero di dedicare il tempo che vuole, di fermarsi a leggere o di dare solo un’occhiata, di scegliere cosa vedere, mentre ripercorre la storia di una famiglia tra le più importanti di San Gimignano, ricca di contatti con il mondo dell’arte, del lavoro, della poesia.
L’effetto sorpresa che scaturisce non appena si entra nella casa-torre è proprio quello di percepire la continuità della vita, di tante vite che nel tempo hanno adeguato la loro visione domestica alla dominante antica della città. Una delle poche occasioni, al di là delle straordinarie facciate, di visitare interni che dialogano con il mondo esterno, con il contesto paesistico che si ammira dalla finestre verso la valle, che testimoniano l’intenso rapporto fra interno ed esterno, aspetto determinante per la comprensione della storia raccontata, considerate le relazioni della famiglia con l’imprenditoria rurale e, in senso più ampio, l’adesione sentimentale al paesaggio.
Il borgo e l’edificio. Il nucleo originario di Torre e Casa Campatelli è una casa-torre di modello pisano che sorge alla metà del XII secolo lungo il tracciato dell’antica via Francigena, fuori dalla prima cinta muraria di San Gimignano. Parallelamente all’ascesa delle famiglie locali, che si arricchiscono con l’agricoltura, i commerci e il prestito di denaro, in questo periodo spuntano nel borgo fortificato decine e decine di torri simili a questa, secondo alcuni 49, 72 o addirittura 100.
Le torri sono costituite da un unico corpo di fabbrica, realizzato in pietra e mattoni, che accoglie diversi ambienti disposti in verticale: il piano terreno viene adibito a uso commerciale, i piani superiori, scanditi da solai lignei, sono destinati ad abitazione e la sommità si presta alla funzione di difesa e come punto di osservazione; i piani interrati, infine, hanno funzione di magazzino per le merci e le derrate provenienti dal contado, talvolta lavorate in questi ambienti (a Torre Campatelli si conservano tracce di un frantoio).
Le torri di modello pisano si caratterizzano inoltre per la facciata principale, che è traforata da due archi a sesto acuto e dotata di balconi lignei. Torre Campatelli era alta in origine 11.5 metri, ma fu rialzata tre volte, fino a raggiungere i 27.6 metri, altezza che tuttora conserva.
Cominciando fin da subito a cedere sotto il suo stesso peso, presto alla sua destra fu costruita una falsa torre di sostegno. Dopo la costruzione della seconda cinta muraria, che includeva l’edificio nel nucleo urbano, tra il XIII e il XVII secolo il complesso fu ulteriormente ampliato; infine, inglobando a poco a poco le preesistenze, nel Settecento il complesso medievale divenne un palazzo a due piani, mascherato per rispondere ai canoni dell’architettura coeva, ovvero con la parte più bassa della torre ricoperta di spesso intonaco con finestre dipinte e finti davanzali. Questa parvenza di nobile palazzo fu cancellata alla fine del XIX secolo, quando sull’onda di una nuova moda, basata stavolta sul recupero del Medioevo, l’intonaco fu tolto e furono realizzati una nuova porta d’ingresso e altri interventi, volti a ripristinare l’aspetto medievale. Risalgono alla fine degli anni Ottanta del Novecento gli ultimi restauri della facciata.
Torre e Casa Campatelli – Via San Giovanni, 15 – San Gimignano, Siena
Aperto al pubblico da sabato 16 aprile 2016. Da martedì a domenica dalle ore 9.30 alle 19 – da aprile a ottobre – e dalle ore 10.30 alle 17 – a novembre, dicembre e marzo. Chiuso a gennaio e febbraio. La visita si può effettuare solo a gruppi di massimo 25 persone, ogni 45 minuti. E’ possibile prenotare il turno di visita desiderato. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Biglietti di ingresso: Iscritti FAI, soci National Trust e residenti Comune di San Gimignano: ingresso gratuito€ 5.00€ 2.00€ 3.00€ 12.00. In caso di manifestazioni il prezzo può variare.
Per informazioni: tel. 0577/941419 – www.torrecampatelli.it