Da alcuni anni le regioni, nell’offrire l’olio per la lampada, segnalano una figura femminile della propria terra che è testimone di fede, speranza e carità. La scelta della Toscana è andata appunto sa Zaira Conti, conosciutissima per essere la fondatrice dell’associazione «Progetto Villa Lorenzi» che dal 1988 opera, a Firenze, nell’area del disagio di minori e giovani e delle loro famiglie, con finalità preventive, formative e riabilitative; il tutto in stretta collaborazione con le istituzioni e i servizi sociosanitari.Zaira, alla fine degli anni ’70, lavorava in un negozio di legatoria artistica in piazza Pitti e ogni mattina sul Ponte Vecchio si imbatteva nei tossicodipendenti che ne avevano fatto un punto di incontro. Non potendo rassegnarsi a vedere giovani che bruciavano così la loro esistenza, cominciò ad avvicinarne prima uno, poi l’altro. In particolare rimase colpita da una giovane madre con due bambini, che si trascinava in questa vita sbandata. Se ne fece carico e andò a parlarne con l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Benelli. Era un tempo in cui, mentre la droga si diffondeva sempre più attraverso le fasce dell’emarginazione giovanile, la medicina e la psicologia ufficiale si erano trovate impotenti ad affrontare il problema. Benelli rimase colpito dalla forte motivazione di Zaira ad occuparsi di questo problema e le propose di compiere un periodo di formazione presso la prima comunità del Ceis fondata da don Mario Picchi a Roma. Zaira vi rimase sette mesi, per poi partire per New York dove per 40 giorni visse nelle comunità di recupero americane. Tornata a Firenze alla fine del 1979, con don Giacomo Stinghi e alcuni volontari, dà vita, in via de’ Pucci, al primo nucleo del Centro di solidarietà di Firenze, che venne fondato l’anno successivo. Da lì, poi, il progetto Villa Lorenzi, all’interno dell’immobile messo a disposizione dalla diocesi di Firenze. Nel 1993 il progetto viene riconosciuto dalla Regione e diventa a sua volta un ente ausiliario.