Toscana
«Salvi» i treni regionali ma nel 2012 sarà peggio
di Ennio Cicali
E’ stata una vigilia piena di polemiche e proteste quella che ha preceduto il cambio dell’orario ferroviario che entra in vigore questo 11 dicembre. Protagonista, ancora una volta, il popolo dei pendolari ed enti locali allarmati dalle notizie di tagli alle fermate nelle stazioni più piccole. Novità che si aggiunge ai tantissimi disagi con cui deve fare i conti ogni giorno chi si sposta in treno per andare a scuola o al lavoro: dalle corse dei treni ridotti a causa dei tagli imposti dal governo, i frequenti ritardi, carrozze affollate o sporche. Ultimo episodio quello del 1° dicembre con i viaggiatori del Valdarno costretti a subire ritardi pesantissimi per poi viaggiare in carrozze stipate fino all’inverosimile: esperienza raccolta in un dossier inviato al presidente della Regione Enrico Rossi.
Novità positive, invece, sulle tratte Firenze-Siena e Firenze-Prato-Pistoia con l’attivazione dei treni veloci che già collegano Firenze con Pisa, Arezzo e Grosseto. A farne le spese saranno le fermate dei treni regionali. Ma non c’è da meravigliarsi; le Ferrovie hanno sempre detto che i treni locali sono come i taxi: la Regione paga e loro portano i passeggeri. Un concetto riaffermato anche nei giorni scorsi da Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, in risposta all’assessore regionale Luca Ceccobao che si è lamentato per la possibile riduzione delle fermate per i treni a lunga percorrenza. «In Toscana ha fatto notare Moretti avete anche il regionale veloce, poi c’è l’Intercity, poi c’è l’Eurostar City. Non è che tutti devono fare lo stesso lavoro: il regionale ferma ogni 10 chilometri, l’Intercity e il regionale veloce ogni 30-40, anche 50. Perché l’Eurostar City deve fermare anche lui a 20 km?».
Questa la situazione oggi, ma le prospettive non sono rosee, l’orario che entra in vigore potrebbe essere l’ultimo con gli attuali treni, viste le drammatiche prospettive per il trasporto pubblico locale. Infatti, la Regione, per quanto riguarda i treni, si impegna per il 2012, ad assicurare circa 209 milioni di euro più circa 116 milioni da ricavi dei biglietti (77% corse semplici e 23% da abbonamenti). Pesa il forte taglio finanziario attuato dal governo sul Tpl per il 2012 e per gli anni a venire e comunque fino al 2014 quando scade il contratto di servizio. La Toscana avrà 50 milioni di euro in meno di trasferimenti diretti per Trenitalia regionale. Se quest’abbattimento fosse confermato, sarà tagliato circa 1/5 dei treni regionali attuali corrispondenti a circa 5 milioni di treno/km, tornando all’offerta ante memorario del 2003. Inoltre, Trenitalia ha bloccato e rinviato a data da destinarsi, le gare per l’acquisto per i treni regionali (circa 100 treni elettrici e diesel) per un valore di circa 2 miliardi di euro, mettendo nel cassetto la speranza per i viaggiatori di avere treni nuovi confortevoli e sicuri.
«Si sta tornando indietro di anni ridisegnando un’offerta pubblica insufficiente e non adeguata alle esigenze produttive di oggi, costringendo, anche chi aveva scelto il servizio pubblico, a tornare a usare l’automobile personale con tutto quello che ne consegue, come l’inquinamento e l’intasamento delle strade», scrivono Ciro Recce, segretario generale aggiunto della Cisl Toscana e Stefano Boni segretario generale della Fit/Cisl (il sindacato dei trasporti) che chiedono il recupero di risorse economiche per garantire i servizi e la mobilità collettiva. Un tema delicatissimo, aggiungono, perché se i tagli fossero confermati, potrebbero esserci centinaia e centinai di lavoratori (ferrovieri e autoferrotranvieri) in mezzo ad una strada senza adeguati ammortizzatori sociali né prospettive di essere reimpiegati nel breve periodo. «Su questi temi concludono daremo battaglia e cercheremo di individuare tutte le azioni da intraprendere unitariamente, compreso, se necessario, una mobilitazione permanente generale dei trasporti in Toscana».
Carraresi si esprime anche sui tagli. La Regione, dice, prevede di stanziare meno risorse nel 2012, con il taglio pesante degli autobus. Nel Mugello Valdisieve si passerebbe da 19.275 km/giorno a 12.842, per il Chianti Valdarno il calo è da 17.475 a 12.662 km giornalieri. Il rischio, afferma Carraresi, è quello di ridisegnare un’offerta pubblica insufficiente e non adeguata alle esigenze di oggi, costringendo a tornare all’automobile privata, con tutto quello che ne consegue, come inquinamento e intasamento delle strade. «La decisione sugli stanziamenti è una responsabilità diretta della Regione conclude . Che dovrebbe piuttosto cogliere l’occasione di questo momento difficile, per una vera riorganizzazione dell’intero comparto trasporti, riorganizzazione che se ben fatta potrebbe offrire servizi migliori ai cittadini».