Toscana
Salute mentale risparmiata dai tagli della spending review
L’incontro, organizzato per venerdì 30 novembre a Firenze, presso l’auditorium del Gruppo Mps, dal Coordinamento toscano delle associazioni per la salute mentale, guidato da Gemma Del Carlo, e dalla stessa Regione Toscana. Un appuntamento ormai consolidato che annualmente, alla vigilia della Giornata nazionale per la salute mentale (5 dicembre), fa il punto della situazione sullo stato di salute della psichiatria in Toscana, al termine di un lungo percorso di incontri preparatori nelle varie Asl della regione.
Marroni, intervenuto per la prima volta come assessore ma che aveva in passato già fequentato il convegno come direttore della Asl fiorentina, ha innanzitutto assicurato che nei primi mesi dell’anno andrà in approvazione in Consiglio Regionale il Piano sanitario e sociale integrato 2012-2015, predisposto da tempo – anche con il contributo delle stesse associazioni di volontariato – ma trattenuto in un cassetto prima a causa del cambio al vertice dell’assessorato (con l’uscita di scena di Daniela Scaramuccia) e poi per le urgenze legate appunto alla revisione della spesa, con la conseguente messa a punto del documento di riorganizzazione del servizio sanitario a fronte del pesante taglio (10%, ovvero 600-700 milioni di euro annui in meno su 6 miliardi e 800 mila) che la Regione subirà nel settore. «Ma per la salute mentale – ha ribadito l’assessore – abbiamo deciso che almeno rimane com’è; vale quello che si è scritto nel Piano e si è fatto finora», oltre a quanto già previsto nel protocollo d’intesa tra associazioni e Regione firmato lo scorso luglio. Il che significherà tra l’altro operare con maggior effiacacia nell’integrazione tra sociale e sanitario, procedere nella definizione e comunicazione di standard valutativi in grado di «misurare» il sistema per migliorarlo, trasformare in realtà l’obiettivo del progetto terapeutico personalizzato, ridurre le liste d’attesa soprattutto per quanto riguarda i minori, costituire in tutti i dipartimenti la consulta della salute mentale. E ancora, dare continuità ai processi di cura nel passaggio tra la minore e la maggiore età (evitando quella sorta di «terra di nessuno» che ha finora creato non pochi problemi), trattare adeguatamente le doppie diagnosi tossicodipendenza-disagio psichico con i relativi conflitti di competenza, affrontare il tema del consumo di antidepressivi in cui la Toscana è al vertice, operare nel campo della prevenzione con il sempre maggiore coinvolgimento dei medici di famiglia.
Sul fronte sociale, ci sono poi le questioni prioritarie del lavoro e dell’abitazione, con la valorizzazione delle cooperative di tipo B ma anche con il superamento di quello «stigma» che si scopre ancora troppo presente, sia pur mascherato da tutta una serie di scuse, quando il paziente di salute mentale va a vivere, pur con il sostegno dei servizi, al di fuori di quelli che Marroni ha definito come «recinti storici».
L’impegno a non tagliare la spesa per la salute mentale è peraltro quasi un atto dovuto non solo perché, come ha ricordato Gemma Del Carlo, si tratta di un settore che in passato «ha già dato», essendo stata di fatto quasi la Cenerentola della sanità, ma anche per le conseguenze che la stessa crisi ha sull’equilibrio psichico dei cittadini. Sui 78 mila utenti del 2011 – di cui 53 mila adulti e 25 mila minori; dati ricordati dall’assessore in chiusura del suo intervento – ben 26 mila sono stati coloro che si sono rivolti per la prima volta ai servizi; cifra forse destinata ancora ad aumentare vista l’aria che tira.
Se cambiamenti dunque vi potranno o dovranno essere, ha concluso Marroni, non comporteranno un peggioramente. Perché questo, come ha sottolineato ancora l’assessore, è piuttosto la conseguenza di un certo conservatorismo non estraneo a tanti operatori del settore.
Oltre agli interventi dei rappresentanti delle associazioni di familiari e degli stessi utenti – risorsa preziosissima soprattutto sul piano dell’inserimento sociale – e dei direttori delle Asl presenti, la giornata ha proposto anche una lectio magistralis dello psichiatra Andrea Fagiolini – direttore del Dipartimento interaziendale salute mentale di Siena nonché coordinatore della Commissione regionale per il governo clinico della salute mentale – sulla cura della depressione, malattia già oggi assai diffusa – il 20% della popolazione ne vive infatti un episodio almeno una volta nella vita – e che nel 2020 sarà, a livello mondiale, la seconda patologia più prevalente. Tra l’altro, ha sottolineato come sia necessario coinvolgere il più possibile il paziente per un trattamento personalizzato e condiviso ma anche, da parte degli stessi operatori, essere disponibili a chiedere l’aiuto di un collega nel caso che il rapporto terapeutico non funzioni. Affermazione, quest’ultima, sottolineata da un grande applauso a dimostrazione di come questa non sia purtroppo, ancora oggi in molte realtà, la prassi corrente.