Toscana
Saldi estivi in calo se manca il turismo
Nella Toscana costiera prevale il segno meno, mentre in quasi tutte le province dell’interno si registra un indice positivo o almeno stazionario. In pratica, secondo la Confcommercio regionale, il calo delle presenze turistiche sulle spiagge, dalla Maremma alla Versilia (circa il 4/5 per cento in meno), ha pesato anche sugli acquisti nei negozi.
Abbigliamento, calzature ed articoli per lo sport, i settori maggiormente interessati ai saldi, sono stati presi in esame dall’indagine a campione tra gli iscritti della Confcommercio. Per tutti le medie di fatturato dei negozi sono in calo nelle province tirreniche. A Grosseto, è cresciuto solo l’abbigliamento (più 7 per cento), rimasto stabile a Livorno, mentre Pisa ha registrato una perdita consistente (meno 15%); in flessione anche Lucca (10%) e Massa Carrara (3%). Sulla costa la diminuzione delle vendite ha riguardato anche gli altri due comparti. Ricavi mediamente in crescita nella Toscana centrale.
Buoni risultati di Arezzo (più 4% per scarpe e articoli sportivi), Firenze (più 5 per cento per i tre settori), Pistoia e Siena (nella città del Palio il più 2 per cento dell’abbigliamento compensa la diminuzione di meno 4% nelle calzature e del -1% delle vendite di articoli per lo sport e tempo libero). La provincia di Prato è l’unica eccezione della Toscana interna. Infatti, registra preoccupanti contrazioni nei saldi estivi: dal calo del 10 per cento nell’abbigliamento e calzature al meno 15 per cento degli articoli sportivi. Nelle città d’arte Firenze è tornata a crescere e nei piccoli centri, invece, le presenze turistiche di quest’anno sono rimaste pressoché invariate rispetto al 2003 e si sono sommate al maggior numero di residenti rimasti a casa nel periodo di alta stagione. Di questo sembrano avere risentito anche le vendite.
I risultati parziali dei saldi estivi nelle 10 province della regione sono stati anticipati da Confcommercio Toscana che, nonostante tutto, vi intravede un piccolo segnale di ripresa. Commentando i risultati dell’indagine, il presidente Franco Scortecci ha chiesto alla Regione Toscana di accelerare le scelte verso nuovi modelli economici partecipati con le categorie, valorizzando i nuovi investimenti del terziario. Secondo Confcommercio Toscana il bilancio è in linea con le previsioni degli operatori per l’anno 2004.
Dunque, i consigli. Il primo…
«Il consumatore dovrebbe controllare, prima dell’inizio dei saldi, i prezzi dei prodotti: ciò gli consentirà di riconoscere i falsi dai veri ribassi e scegliere di conseguenza. In particolare è bene privilegiare i negozi conosciuti dove vi è maggiore certezza di acquistare articoli in saldo e non fondi di magazzino; confrontare i prezzi di più negozi per decidere se si tratta veramente di un buon affare».
Di cosa dovremmo diffidare?
«Io diffido dei negozi che espongono articoli a prezzi scontati accanto ad altri a prezzo normale, indicando genericamente di uno sconto; o di quanti mettono in vendita capi in saldo ove siano disponibili tutte le taglie: potrebbe trattarsi di serie di qualità inferiore realizzate appositamente per essere vendute a saldo; infine diffido dei saldi organizzati da società specializzate: portano nel negozio merce, commessi, cartelli pubblicitari… non si tratta di veri saldi, ma di fondi magazzino».
Si legge in alcuni negozi: la merce in saldo non si sostituisce…
«Ed invece se la merce in saldo è difettosa deve essere sostituita, dietro presentazione dello scontrino fiscale. Non è vero, poi , che la merce in saldo non si cambia: il cambio può avvenire, a discrezione del negoziante, che però non è tenuto ad effettuarlo da alcun obbligo di legge, per un importo uguale o superiore. Non è vero, infine, che i prodotti in saldo non si provano: nel caso di acquisto di capi di abbigliamento in saldo valgono le regole di sempre. E per il pagamento si possono usare anche le carte di credito».