Fiesole

Sacerdoti? Prima di tutto la formazione. Si rinnova il Consiglio presbiterale

DI SIMONE PITOSSINella chiesa diocesana è il «parlamentino» dei sacerdoti. È il luogo dove si prendono le decisioni che riguardano il clero. Lì si dibattono le problematiche pastorali e gestionali riguardanti la vita della diocesi. Insomma, insieme al Direttivo del Consiglio pastorale è uno degli organi più importanti della Chiesa locale. È il Consiglio presbiterale. Che, dopo cinque anni di lavoro, è arrivato a scadenza e verrà rinnovato durante la Giornata sacerdotale del 1º luglio. Don Giancarlo Brilli, uno dei tre componenti la segreteria, in una intervista ci spiega il lavoro svolto dal 2003 ad oggi. «Nel trascorso quinquennio – inizia – il Consiglio Presbiterale ha svolto regolarmente la sua attività, riunendosi ogni due mesi. In conformità alla propria natura istituzionale ha funzionato come organo di comunione presbiterale, occupandosi della vita del presbiterio, con particolare attenzione ai sacerdoti malati o quiescenti, e promovendo soprattutto iniziative di carattere culturale e spirituale per la formazione permanente dei presbiteri».Il primo impegno in questo campo?«Il Consiglio Presbiterale ha promosso la formazione permanente primariamente curando in questi anni l’impostazione e lo svolgimento delle Settimane Teologiche Diocesane. Esse hanno mantenuto sempre un carattere molto qualificato di aggiornamento culturale su tematiche legate all’attualità ecclesiale e sociale, svolte sempre con riferimento ai contenuti fondamentali del “depositum fidei” e agli insegnamenti del magistero della Chiesa. I temi trattati hanno spesso fatto riferimento ai piani pastorali della Chiesa Italiana, in particolare nella preparazione e nella celebrazione del Convegno Ecclesiale di Verona».E poi?«L’altro evento di riflessione comunitaria proposto ogni anno a tutta la Diocesi è stato il Corso di Aggiornamento di Loppiano. Esso è andato sempre più caratterizzandosi in questi ultimi anni come aggiornamento pastorale, chiamando di volta in volta a riflettere sulle problematiche ritenute più urgenti e che necessitano di essere messe meglio a fuoco in rapporto alle urgenze pastorali del momento presente. Anche in questo caso gli argomenti sono stati scelti dopo una approfondita riflessione all’interno del Consiglio Presbiterale, lasciando poi alla Segreteria il compito organizzativo».Altri impegni sul fronte della formazione?«Questi due eventi devono essere considerati i più qualificanti in funzione della formazione permanente del clero. Anche se diretti a tutte le componenti diocesane, hanno avuto nei sacerdoti un riferimento essenziale, considerata la qualità dottrinale delle varie relazioni. Altri momenti a carattere diocesano, specificatamente riservate ai sacerdoti hanno aiutato la loro formazione permanente: la giornata di spiritualità mariana nel mese di maggio e la giornata di riflessione su temi di attualità nel mese di novembre. Fra le iniziative culturali a vantaggio del clero deve essere ricordata anche l’organizzazione della gita annuale, che è stata sempre una bella occasione di fraternità sacerdotale, di incontro con altre realtà ecclesiali, e anche di conoscenza approfondita di importanti opere d’arte».C’è stata collaborazione con i Consigli presbiterali delle altre diocesi?«Proprio in questi anni, inoltre, è maturata la necessità di un miglior collegamento fra i Consigli Presbiterali delle Diocesi Toscane in ordine alla formazione umana, intellettuale e spirituale dei presbiteri. È così che sono stati promosse e organizzate delle giornate di formazione per tutti i sacerdoti delle diocesi toscane,alle quali il nostro presbiterio ha sempre partecipato in misura numericamente significativa, in particolare all’incontro che si tenne a S. Giovanni Valdarno nel maggio 2004, in occasione delle celebrazioni per ricordare il trecentesimo anniversario dell’incoronazione dell’immagine della Madonna. A queste giornate si sono aggiunti gli incontri fra tutti i componenti i singoli Consigli Presbiterali, per una migliore conoscenza reciproca e una più precisa messa a punto di problematiche comuni. Risultò particolarmente significativo quello tenuto a Loppiano il 20 novembre 2006 su: “La vita e il ministero del presbitero: emergenze pastorali e spirituali del clero toscano”, incentrato sulla relazione di d. Luca Bressan, che presentava i dati di un inchiesta da lui stesso condotta insieme al prof. Luca Diotallevi sulla trasformazione del ruolo del prete e la modificazione dell’identità presbiterale del clero italiano, con particolare attenzione alla situazione toscana».Ma il Consiglio presbiterale è anche il luogo dove si dibattono le problematiche pastorali?«Il Consiglio Presbiterale ha anche affiancato il Vescovo coi propri suggerimenti in tante problematiche pastorali e gestionali riguardanti la vita della diocesi. Si è occupato a più riprese della revisione territoriale delle parrocchie; si è mantenuto informato sulla gestione economica della diocesi, ricevendo a scadenze fisse la relazione dei responsabili dei vari organismi economici; ha ogni anno dato suggerimenti per la formulazione del Piano Pastorale annuale; ha seguito da vicino la vita del Seminario, sia sotto l’aspetto della gestione, sia nella impostazione degli itinerari formativi dei futuri presbiteri; ha mantenuto il contatto con la vita della diocesi attraverso le relazioni sui singoli Vicariati, ascoltando di volta in volta i Vicari Foranei, convocati appositamente alle riunioni del Consiglio Presbiterale».Quindi la vita del sacerdote è sempre stata in primo piano nel vostro lavoro?«Sì. Soprattutto il Consiglio si è molto occupato della vita del presbiterio, riflettendo insieme al Vescovo e sotto la sua guida e responsabilità sull’organizzazione della vita dei sacerdoti sia singolarmente, sia nel loro rapporto con le rispettive comunità parrocchiali e con gli altri presbiteri. A questo proposito è stato a più riprese affrontato l’argomento della vita del presbitero, affiancando in questo la riflessione che la Commissione Regionale del Clero stava facendo in preparazione alla Assemblea Generale della Cei, tenuta a Roma nel 2006 interamente dedicata proprio a questo argomento. Le riflessioni fatte e alcuni suggerimenti operativi emersi nelle varie riunioni del Consiglio Presbiterale furono presentati, su invito di mons. Vescovo, per la festa di S. Romolo di quell’anno, dal Segretario dello stesso Consiglio Presbiterale a tutto il presbiterio in un intervento dal titolo significativo: “Pensare e far pensare”, che, messo per scritto, fu poi inviato ad ogni sacerdote. Su questa relazione fu anche aperta una riflessione all’interno di ogni singolo Vicariato».Attenzione che è stata puntata anche sui sacerdoti più anziani…«Il Consiglio Presbiterale ha inoltre seguito con molta attenzione la situazione dei sacerdoti malati o quiescenti, studiando caso per caso, su indicazione di mons. Vescovo, il modo migliore per offrire loro una decorosa sistemazione e assistenza, sia per la loro accoglienza in strutture adeguatamente attrezzate, sia per garantire ad ognuno calore umano e aiuto spirituale, di cui la persona inferma ha particolarmente bisogno».