Prato

Sacerdoti, poche offerte per il sostentamento

di Maria Cristina CaputiChi provvede al mantenimento dei sacerdoti? Innanzitutto la comunità parrocchiale di appartenenza; poi l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero e, se è necessario, anche quello Centrale. È comunque grazie alle offerte dei fedeli che viene garantito a tutti i sacerdoti diocesani lo stesso trattamento economico. Basato sulla solidarietà, il sistema di remunerazione dei sacerdoti si fonda su tre principi: tutti i preti, giovani o anziani, sani o malati, hanno diritto ad un dignitoso sostentamento economico; la remunerazione deve essere uguale per tutti coloro che si trovano nelle stesse condizioni; è compito dei fedeli assicurare la retribuzione ai propri sacerdoti.L’Istituto per il Sostentamento del Clero, stabilite alcune fasce in base all’età ed al ruolo del sacerdote, provvede ad integrare, servendosi delle cosiddette offerte deducibili, il compenso della parrocchia (0,07 euro al mese per ogni abitante) affinché tutti i preti, della stessa età e con i medesimi incarichi, abbiano pari retribuzione. Un sacerdote appena ordinato, ad esempio, ha una retribuzione netta di 715,40 euro al mese, mentre un vescovo, alle soglie della pensione, ne ha una di 1.138,49 euro, per dodici mensilità l’anno.Qualcuno si potrebbe chiedere «A cosa servono le offerte per il clero? Non c’è già l’8 per mille?». Le offerte per il sostentamento dei sacerdoti vanno direttamente all’Istituto per il Sostentamento del Clero ed entrano così a far parte delle risorse che assicurano ai sacerdoti la remunerazione mensile. Invece, la quota dell’8 per mille, attribuita annualmente alla Chiesa cattolica grazie alla firma sui moduli allegati alla dichiarazione dei redditi, ha tre diverse finalità: le esigenze di culto della popolazione, la carità in Italia e nel Terzo Mondo e, solo se le offerte raccolte dall’apposito Istituto non sono sufficienti, anche il sostentamento del clero. Nella nostra Diocesi, le somme raccolte negli ultimi anni sono passate dai 77.531,00 euro del 2002, ai 71.010,00 euro del 2003. La cifra raccolta lo scorso anno è nettamente inferiore a quella del 2002, e, comunque, per coprire tutte le spese si è solitamente costretti a ricorre, per il 90% circa, al fondo dell’8 per mille. Molto è stato fatto per l’informazione e la sensibilizzazione a livello zonale e parrocchiale, ma, se i volontari fossero ancora più numerosi, si potrebbe ottenere un risultato ancora migliore, affermano gli incaricati del competente Ufficio diocesano. «La scarsa conoscenza del modo con cui sono retribuiti i nostri sacerdoti, – aggiunge Andrea Rosati, dell’ufficio diocesano per il sostentamento del clero – è certamente l’ostacolo più grande nella raccolta delle offerte che, peraltro, sono anche deducibili, in quanto chi le versa può, ogni anno, dedurle dalle tasse fino ad un massimo di 1.032, 91 euro».Sostenere i sacerdoti significa fare in modo che essi abbiano quanto occorre per svolgere la loro missione di annuncio del Vangelo e di impegno pastorale e caritativo; dunque, chi intende versare la propria offerta può farlo servendosi del bollettino di conto corrente postale o della carta di credito, oppure può effettuare il versamento in banca o direttamente presso la Curia diocesana.«Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né con forza, perché Dio ama chi dona con gioia» (II Corinzi, 9,7).